La filosofia non è un lusso, ma una necessità. L’uomo, in quanto animale razionale, non può fare a meno di porsi domande sul bene, sulla libertà, sulla giustizia, sulla felicità. (Nicola Abbagnano)
L’ateniese Platone, uno dei padri del pensiero filosofico occidentale, nacque nel 428 a.C. e morì a ottanta anni nel 348. Fu discepolo di Socrate e maestro di Aristotele. Ha scritto: che «I discorsi erano ritenuti dai sofisti un farmaco per il male psicologico altrettanto potente e parallelo a quello che i farmaci dei medici hanno sui corpi malati».
Aristotele, il pensatore greco vissuto nel IV secolo a.C., elaborò due fondamentali categorie l’atto e la potenza che permettono di spiegare e comprendere i modi in cui può presentarsi un ente. Un esempio semplice è dato dalla ghianda (potenza) alla quercia (atto).La prima rappresenta la potenza destinata a diventare una quercia ovvero un atto.
Democrito è stato il filosofo nato ad Abdera, uno dei maggiori rappresentanti della più antica filosofia greca, il primo a usare il termine atomo in senso scientifico. Secondo il suo pensiero “materialistico”, molto apprezzato dai suoi discepoli, gli atomi sono le parti che costituiscono la struttura profonda del cosmo e sono indivisibili e si aggregano e si separano dando vita e morte alle cose.
Parmenide di Elea (515- 450 a. C.) filosofo della Magna Grecia, fu precursore della metafisica e dell’ontologia. Diede vita alla scuola eleatica. Per lui l’essere è e non può non essere, il non essere non è e non può essere. Dire che l’essere è non essere, ammettere il divenire è contradditorio.
Niccolò Cusano (Kues, 1401 – Todi, 11 agosto 1464) è considerato il più grande pensatore tedesco del Quattrocento. La sua opera filosofica è il punto di passaggio decisivo dal Medioevo all’età moderna. Il suo pensiero filosofico ebbe credito nell’impero bizantino. Fu cardinale e vescovo di Bressanone e politico umanista. Le sue idee cosmologiche si ritrovano in Copernico e in Giordano Bruno che lo cita in diverse opere quali la Cena, De la Causa e nel De immenso. Il suo libro più sistematico è De docta ignorantia che lo reso famoso tra i contemporanei e gli ha assicurato un posto di rilievo nella storia della filosofia.
Nel testamento Erasmo da Rotterdam, il teologo, filosofo olandese, dispose che il suo cospicuo patrimonio fosse utilizzato per istituire una fondazione destinata a offrire aiuto a chiunque ne avesse bisogno: «giovani, esuli, dotti, poveri di ogni fede e paese», a prescindere da ogni appartenenza politica, identità confessionale, rango sociale, senza frontiere, secondo gli ideali che aveva sempre cercato di trasmettere. Questo evento dimostra la profonda sensibilità pedagogica e sociale del grande umanista fiammingo.
Edmund Husserl (1859-1938), filosofo di rara complessità, occupa un posto molto rilevante nella storia della filosofia contemporanea, della quale ha fortemente condizionato gli sviluppi. Considerato come il padre della fenomenologia, è stato un autore assai prolifico, come testimoniano le numerose, vaste opere pubblicate in vita e la grande quantità di inediti lasciati alla sua morte.
Emanuele Severino (Brescia1929-2020), ultimo grande filosofo italiano, ha sviluppato il suo pensiero nel confronto con un solo problema, quello del divenire e della morte. La morte non esiste, è l’abbaglio di chi non ha capito cosa vuol dire “essere”. Nel 1969 la Congregazione per la dottrina della fede dichiarò che la filosofia di Severino era incompatibile con la rivelazione cattolica e fu allontanato dall’Università Cattolica di Milano. Il suo pensiero è un pensiero che non demanda a un improbabile aldilà il momento della salvezza. Per lui la filosofia è il tentativo di spiegare, su basi razionali, senza rivelazioni o illuminazioni, cosa sia la realtà e quale sia il suo senso.
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