Le Avanguardie artistiche del Novecento

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Premessa 

L’avanguardia s’infila nelle fessure e fratture della storia rendendole bellamente o sgradevolmente visibili o folgoranti.      Nanni Balestrini

         Il termine Avanguardia in senso figurato si riferisce a una scuola, un movimento o a un gruppo intellettuale che sostengono idee nuove e ardite, in rivolta con la tradizione e col più recente passato. Il termine, tratto dal linguaggio militare (inteso come reparto avanzato con scopi di esplorazione), indica il complesso di movimenti artistico-letterari del Novecento che intesero contrapporsi in maniera drastica alla tradizione ottocentesca, sperimentando tecniche espressive e forme di carattere violentemente innovativo, spesso in senso volutamente provocatorio.

 Il termine Avanguardia, che ha avuto una notevole fortuna in Francia, in Italia, in Spagna e in Russia, è entrato a far parte del vocabolario critico anche al di fuori del contesto novecentesco; pertanto si può definire Avanguardia qualsiasi movimento elitario dotato di forte coesione interna e omogeneità programmatica che, nel corso del tempo, si sia posto in aperta rottura con la tradizione e con il passato.                               

Sulla scena culturale, soprattutto europea, all’inizio del secolo scorso, fecero irruzione le più importanti avanguardie artistiche: i Fauves (1904-1905), il Cubismo (1907), l’Astrattismo (1910), il Futurismo ­(1910-1911), l’Espressionismo (1911-1912), La pittura metafisica (1913), il Dadaismo (1916),) e il Surrealismo (1924), che si proposero un rinnovamento radicale dei linguaggi e delle condizioni  della produzione artistica.

Singoli personaggi e movimenti collettivi, inventori di forme e di linguaggi, sconvolsero e sovvertirono il panorama artistico, letterario, teatrale, poetico e musicale, lasciando un segno che dura ancora oggi. Molti intellettuali, tra le due terribili guerre mondiali, scatenate da governi liberali, ritennero imprescindibile manifestare le proprie idee innovative, rivoluzionarie attraverso la produzione artistica.                                            

La prima metà del Novecento è, infatti, caratterizzata dal rapido susseguirsi di movimenti, gruppi e correnti culturali artistiche che si opposero alla tradizione per ricercare nuove forme di conoscenza in un clima culturale e scientifico in cui si affermarono la psicanalisi di Freud e la miriade di nuovi strumenti tecnologici che offrirono tematiche, immagini e strumenti espressivi inediti.                                                                                                  Le avanguardie, in genere, sono quei  movimenti che hanno per scopo essenziale di rompere con il passato, di denunciare strutture stilistiche tradizionali, di opporsi a una situazione espressiva logora e consunta che impedisce ogni nuova scelta stilistica e di linguaggio. Esse cercano di istituire il nuovo, di scoprire strade espressive più avanzate e  più vitali e altre possibilità di discorso.                                                                                                                                                           Nelle diverse forme espressive le avanguardie storiche del Novecento con i loro linguaggi e tematiche nuove hanno rinnovato la poetica, la grammatica e la sintassi, adeguandosi a contesti storici, sociali e culturali in continua trasformazione. Capaci di intercettare il nuovo e l’ancora ignoto, senza perdere il contatto con il resto, più numeroso della compagnia, le avanguardie spesso con le loro sorprendenti iniziative hanno messo in crisi alcuni valori tradizionali, hanno negato l’ordine sociale e culturale precostituito e hanno cercato di affermare principi e valori nuovi progressisti.

 Gli artisti “d’avanguardia” hanno considerato se stessi come “combattenti” in prima linea per difendere la libertà di espressione e le idee progressiste e innovatrici, suscitando spesso, almeno all’inizio, diffidenza, perplessità e talvolta rifiuto e/o anche ricorso alla tradizione più rassicurante e meno problematica e sconvolgente.

 Le avanguardie del primo Novecento di solito hanno manifestano e comunicato gli obiettivi del loro lavoro attraverso la pubblicazione di Manifesti ufficiali, dichiarazioni programmatiche e proclami animati da una profonda tensione ideale.

Attraverso questi “solenni” documenti gli artisti hanno espresso le loro idee e scelte rivoluzionarie, le loro provocazioni, la loro volontà di rifiutare il passato, di sperimentare ed elaborare linguaggi innovativi. Ha scritto l’autore dell’esergo, uno dei più energici, spiazzanti e ostinati “artisti totali”, «il gesto della provocazione è il segno netto che crea uno scarto con il passato, l’urlo e il furore di chi vuole inventare il futuro».


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