Le lacrime di Di Francesco, le parole del presidente Stirpe : “Il calcio è così, ma ripartiremo”

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Al termine del match perso 0-1 contro l’Udinese, che ha decretato la retrocessione del Frosinone, il presidente Maurizio Stirpe è intervenuto in conferenza stampa.

Sulla retrocessione: “C’è una grande amarezza per l’epilogo. Fino a 15 minuti dalla fine del campionato avevamo una certa posizione, che poi è evaporata con il gol dell’Udinese, che onestamente vedendo l’andamento della partita fosse meritato. Se stasera una squadra doveva vincere era la nostra. Purtroppo abbiamo dei limiti che abbiamo avuto durante il campionato e che hanno reso labile il confine tra una grande impresa e una grande disfatta. Non dobbiamo appellarci al risultato di stasera. Non siamo stati capaci di materializzare le grandi opportunità avute nel corso della stagione dobbiamo pensare ai nostri demeriti, senza appellarci alla sfortuna e alla dietrologia che spesso c’è in queste situazioni. Dobbiamo accettare il risultato del campo: siamo stati meno bravi degli altri, farne tesoro e ripartire in un modo adeguato e sostenibile”.

Sui tifosi: “Sono solidale con la loro delusione. Non si può impedire ai tifosi di essere delusi. Ci hanno dato tanto, trasmesso energia e sempre sostenuto nei momenti buoni e meno buoni. Dispiace molto per loro. Abbiamo provato a mettere in campo tutto quello che avevamo, onore agli avversari sono stati più bravi di noi a capitalizzare il poco fatto”.

Su Di Francesco: “Vi posso dire che in ogni caso avevo intenzione di riniziare la programmazione della prossima stagione tra tre settimane, terrò una conferenza stampa e vi dirò cosa farò nel futuro. Bisogna avere il tempo giusto per metabolizzare un risultato molto amaro. Abbiamo il dovere di ripartire. In tempi non sospetti dissi che se ci fossimo salvati il merito sarebbe stato dei ragazzi, in caso di retrocessione il demerito sarebbe stato mio. Tra tre settimane saremo in grado di capire quale progetto riusciremo a proporre”.

Sul mercato di gennaio: “Siamo rimasti coerenti a un progetto fatto. Ho detto tante volte che non è importante vincere ma il modo in cui si vince. La società ha potuto mettere in campo questo, non si è certamente messa in tasca niente. Tutto quello che aveva l’ha messo in questo progetto. Il nostro modo di fare calcio era e rimarrà questo: la sostenibilità economica, lo sviluppo delle strutture, del settore giovanile e del marketing. Continueremo a farlo allo stesso modo a prescindere dalla categoria che farà. Non so cosa avremmo potuto fare di più. Di 12 difensori che avevamo ne avevamo 7 disponibili e per diversi mesi abbiamo dovuto giocare con i centrocampisti adattati. Probabilmente se avessimo avuto le condizioni che abbiamo avuto da marzo in poi per tutto il campionato, forse non ci saremmo giocati la salvezza all’ultima giornata”.

Sulla partita: “Secondo me non abbiamo steccato la partita. A parte la traversa che ha preso si è trovato di fronte un portiere in serata che ha fatto la differenza. Chiedetevi se era giusto perdere una partita del genere. Secondo me no, ma il calcio è questo e dobbiamo accettarlo”.

Sulla sua storia: “Ho una storia di 21 anni, che spetterà poi a voi un giorno giudicare e vedere se è coerente con un senso di appartenenza e di affetto nei confronti di questo club o meno. Non lo posso dire io, lo devono dire gli altri”.


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