Un crimine efferato da indurre nella tentazione di ribellarsi pure al Padreterno, chiedersi a chi, a che cosa appellarsi quando ti accorgi che sia la giustizia in terra sia quella in cielo, credenti o non credenti, è solo una fantasia, una fandonia o patacca. Sì, conosciamo a memoria la litania: Dio non c’entra nel senso che lui sa bene che il Male è il concime della terra etc. Ma allora, bestia di una miseria, a chi c….dobbiamo votarci perché possano evitarsi tante stragi? D’accordo, sempre esistite violenze, ammazzamenti e ingredienti aggiunti compresi. L’unica novità è che oggi si è pervenuti a una esasperazione, enfatizzazione e superfetazione incredibili, peraltro già esperite nell’America violenta, razzista e maccartista di “secoli” fa. Dando per scontata, purtroppo, l’impotenza dello Stato, delle misure di controllo e di tutela c’è solo da inorridire a sentire e vedere la spettacolarizzazione, da un lato, strumentalizzazione, dall’altro, di un dramma che di teatrale non ha nulla tranne la pietosa messa in scena del dolore. Ci si sente lacerati dentro a dover limitarsi a constatare che una giovane vita, nel pieno delle sue funzioni e del suo ruolo onorevolmente sostenuto viene stroncata per mano di comuni delinquenti, in quanto tali non fa differenza se bianchi, neri o rossi (discorso analogo a quello delle famigerate brigate etc.).Ridicole le impennate giustizialiste di questo sempre più insoffribile Salvini che lui sì, davvero, Signore presentagli il conto (campi cent’anni, solo esautorarlo!). Sarà ingenua o banale la mia riflessione-conclusione: a questo punto, senza scherzi, entra in ballo la giustizia divina come per tante altre atrocità, per Leopardi la Natura: come combatterla per prevenire i disastri da essa causati? Chi lo ha studiato a scuola sa bene quale è la ricetta proposta: l’umana solidarietà, la consapevolezza che i “mostri” non si abbattono con le armi bensì con la forza della ragione unitamente a quella dell’amore per i più deboli. Restituire la violenza non paga, subire cristianamente neppure. Prendere esempio dalla pianta della ginestra che si piega alle sferzate del vento ma le sue radici, il suo fusto è più forte e non si spezza. Ciò non ci esime dal pretendere giustizia: una volta presi gli assassini, galera a vita, fino a metà della pena a pane e acqua. Rieducazione, riabilitazione? Come l’assassino di Maria Goretti? Sappiamo che si fece frate. Non vorrei essere blasfemo, ma che Dio pretenda o aspetti ravvedimenti di tal fatta mi significa che manovri a favore dell’incremento delle vocazioni! Nel caso dello sfortunatissimo vice brigadiere continuerò a interrogarmi sulla giustizia di Dio visto che l’assurdità dell’accaduto preclude qualsiasi altra ipotesi o risposta se non quella che oramai questa società malata e fortemente inquinata, una volta si diceva dal consumismo, oggi dallo smartphonismo annessi e connessi, dalla imbecillità e bestialità divenute di culto grazie anche a chi sappiamo, questa società, dunque, ha pochissime possibilità di scampo. La sensazione, infatti, è di essere dimenticati sia da Dio sia dagli uomini che ci governano (molto male). Consolarsi con la fede è un palliativo, affidarsi alla ragione una medicina amara ma, probabilmente, più efficace. (gmaul)


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