Personaggi di una volta, Ruggero Brandetti ha dato il via allo sviluppo di Campoverde di Aprilia

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Ruggero Brandetti e Campoverde, un rapporto stretto d’amore. Nel 1923 nasceva nelle Marche un uomo che ha lasciato il segno, impreditore di successo al servizio del territorio e dei suoi abitanti. Dopo poco tempo dalla nascita venne portato in un posto chiamato Campomorto, poi Campoverde, dove vivevano i suoi familiari. Perche Campomorto? Nell’ agosto del 1482 si svolse una dura battaglia che vide vincitore Malatesta al comando delle truppe pontificie nei confronti del duca di Calabria Alfonso, erede al trono di Napoli. Più di duemila i morti. Qualche storico ritiene che il nome della località derivi dalla presenza della malaria. Nel 1958 il cambio di denominazione alla presenza dell’onorevole Giulio Andreotti. Le industrie chimiche presenti nella zona non potevano vedere scritto sui medicinali “prodotto in Campomorto”. Ero piccolo, molto piccolo, quando mi recai con mio padre e Marcello Recordati presso un ministero ai Roma per perorare questa causa. Dopo lo sfollamento a Trebisacce, durante la guerra, i Brandetti trovarono la loro abitazione distrutta dai bombardamenti. Lavorarono intensamente per la ricostruzione. Ho incontato la prima volta l’imprenditore Ruggero a Campoverde, nel lontano 1963. Eravamo a pranzo all’aperto alla trattoria Reali, un posto che garantiva sana cucina e un ottimo pollo al mattone, ricetta dl sapore antico, semplice ma deliziosa. Tutti lo rispettavano e salutavano cordialmente, era simatico a prima vista. I Reali – padroni di casa – erano di origine abbruzzese, li ritrovai anni dopo nel nuovo ristorante a Castel di Sangro. Uno sviluppo significativo in quelle zone si verificò con l’arrivo della Pontina, una strada bianca all’inizio poi asfaltata che garantiva il collegamento dei 9 chilometri con Aprilia. L’imprenditore Brandetti – illuminato – capì che il borgo aveva bisogno di servizi: dalla tabaccheria al giornalaio, dalla pompa di benzina al bar e al ristorante; successivamente negli anni ’60 il bellissimo cinema, aperto dal giovedì alla domenica. Altro personaggio di rilievo è stato don Francesco Bruschini, di Giulianello, per 50 anni parroco della interessante chiesa di San Pietro in Formis, inserita in un borgo storico trascurato con importanza archeologia e le vechie carceri papaline, il granaio. L’ultima cosa di cui si era interessato Ruggero Brandetti lo ha innoverato tra gli imprenditori più preziosi della zona. Un giorno si trovava con altri colleghi a discutere su come lanciare l’economia legata alla vite e al kiwi. Ruggero Brandetti e un gruppo di amici legati al mondo agricolo idearono la Mostra Agricola di Campoverde. Il suo nome risulta anche tra i fondatori della Cassa Rurale e Artigiana, poi diventata Banca Popolare di Aprilia, ora Bpr. Faceva parte della “Famiglia Marchigiana”, associazione molto dinamica. La Mostra Agricola di Campoverde è arrivata ad accogliere fino a 300 espositori provenienti da tutta Italia e migliaia di visitatori. Oggi troviamo a Campoverde una piazza dedicata a Ruggero Brandetti con un monumento al centro che ricorda l’uomo che ha “inventato” Campoverde.


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Paolo Iannuccelli è nato a Correggio, provincia di Reggio Emilia, il 2 ottobre 1953, risiede a Nettuno, dopo aver vissuto per oltre cinquant'anni a Latina. Attualmente si occupa di editoria, comunicazione e sport. Una parte fondamentale e importante della sua vita è dedicata allo sport, nelle vesti di atleta, allenatore, dirigente, giornalista, organizzatore, promoter, consulente, nella pallacanestro. In carriera ha vinto sette campionati da coach, sette da presidente. Ha svolto attività di volontariato in strutture ospitanti persone in difficoltà, cercando di aiutare sempre deboli e oppressi. É membro del Panathlon Club International, del Lions Club Terre Pontine e della Unione Nazionale Veterani dello Sport. Nel basket è stato allievo di Asa Nikolic, il più grande allenatore europeo di tutti i tempi. Nel giornalismo sportivo è stato seguito da Aldo Giordani, storico telecronista Rai, fondatore e direttore della rivista Superbasket. Attualmente è presidente della Associazione Basket Latina 1968. Ha collaborato con testate giornalistiche locali e nazionali, pubblicato libri tecnici di basket e di storia, costumi e tradizioni locali Ama profondamente Latina e Ponza, la patria del cuore.