“Ricomincio da RaiTre”, lo spettacolo televisivo alla terza puntata proiettato in modo eccellente verso la Cultura, unica risorsa, per salvare l’Italia

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Teatro è un vocabolo derivato dal greco antico théatron, luogo di spettacolo pubblico, che ben si addice alla pregevole trasmissione condotta su Rai3 da Stefano Massini e Andrea Delogu. Ricomincio da RaiTre è il titolo di questo spettacolo culturale arrivato già alla terza puntata e trasmesso dal Teatro Sistina di Roma, ieri sera in seconda serata su Rai3. Uno spettacolo condotto egregiamente, che esplicita in modo chiaro e netto il suo contribuito al rilancio della Cultura italiana e concorre, nel contempo, a trasferire allo spettatore diletto e piacere. Nell’Idiota, Fëdor M. Dostoevskij fa dire al principe Miškin che La bellezza salverà il mondo, locuzione che, grazie a questo spettacolo, nello stato di triste e forzato confinamento in cui ci si trova a causa della pandemia Covid-19, potrebbe tradursi così: la Cultura salverà il popolo italiano. La Cultura è connessa alla conoscenza, e la conoscenza conduce, ipso facto, alla partecipazione; e partecipazione vuol dire arricchirsi ancor più di conoscenza. Ne segue che “conoscere per partecipare e partecipare per conoscere” deve essere il principio basilare di un effettivo sviluppo culturale, in senso lato, del nostro Paese. La conoscenza è come un albero, il quale per produrre ottimi frutti deve essere sempre accudito e continuamente nutrito e irrorato. E, in questo periodo di clausura, con i teatri, i cinema, i centri culturali, i musei, ecc. chiusi, risulta difficile e poco proficuo, se non impossibile, fare Cultura anche usando i mezzi tecnologici che la telematica e internet mettono a disposizione. La conoscenza, ovviamente, non può e non deve essere semplice informazione, ma interiorizzazione di tutto ciò che contribuisce a far migliorare ogni individuo e che lo conduce all’indagine euristica della verità. E questa interiorizzazione può essere catalizzata soprattutto grazie al teatro, assieme ad altre manifestazioni culturali dello stesso tipo, perché mette in sintonia biunivoca sia fisica che psichica l’attore con lo spettatore. Ridurre la trasmissione della cultura a distanza, come si sta verificando a fortiori in questo periodo pandemico, significa ridurre la partecipazione in quanto viene meno la sintonia di cui sopra: se non si conosce non si partecipa e senza conoscenza non c’è bellezza, quella bellezza necessaria a fare estraniare lo spettatore dai suoi problemi quotidiani, a farlo  “crescere” e che, nel contempo,  catalizza l’entusiasmo dell’attore che si sente appagato. Nella puntata del 27 dicembre di Ricomincio da Rai3, così come nelle due precedenti, i due attori-conduttori Massini e Delogu hanno sottolineato e ribadito tutto questo e altro e lo hanno fatto con grandi artisti di vario genere: Elena Sofia Ricci che ha recitato Come tu mi vuoi di Luigi Pirandello, Lino Guanciale che ha declamato i Dialoghi di profughi di Bertold Brecht, Flavio Insinna che ha descritto con impeto gli insegnamenti ricevuti dal suo maestro, il compianto Luigi Proietti, e poi ancora Roberto Bolle il cui collegamento da Milano è stato anticipato dal balletto di Alessandro Frola che ha interpretato con i suoi movimenti armoniosi e perfetti e aggraziati la Suite di Il lago dei cigni di P. Cajkovskij, Lella Costa che ha letto La vedova Socrate di Franca Valeri, sul significato di vedovanza, Fabrizio Gifuni che ha recitato un passo del romanzo Quer pasticciaccio brutto  de via Merulana di Carlo Emilio Gadda. E per finire hanno partecipato, inoltre, il balletto del musical Ghost di Federico Bellone, Gabrile Lavia che ha commentato in modo originale e inconsueto L’infinito di Giacomo Leopardi, il trio Stefano Fresi, Lucia Lavia  e Carolina Balucani con la lettura di un brano di Guerra e pace di Lev Tolstoj, e ancora Paolo Rossi con la sua esilarante perfomance caratteristica, e il gruppo Oblivion che ha cantato I promessi sposi in dieci minuti.
Un plauso a #ricomincioDaRai3 .

Francesco Giuliano


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Giuliano Francesco, siciliano d’origine ma latinense d’adozione, ha una laurea magistrale in Chimica conseguita all’Università di Catania dopo la maturità classica presso il Liceo Gorgia di Lentini. Già docente di Chimica e Tecnologie Chimiche negli istituti statali, Supervisore di tirocinio e docente a contratto di Didattica della chimica presso la SSIS dell’Università RomaTre, cogliendo i “difetti” della scuola italiana, si fa fautore della Terza cultura, movimento internazionale che tende ad unificare la cultura umanistica con quella scientifica. È autore di diversi romanzi: I sassi di Kasmenai (Ed. Il foglio,2008), Come fumo nell’aria (Prospettiva ed.,2010), Il cercatore di tramonti (Ed. Il foglio,2011), L’intrepido alchimista (romanzo storico - Sensoinverso ed.,2014), Sulle ali dell’immaginazione (NarrativAracne, 2016, per il quale ottiene il Premio Internazionale Magna Grecia 2017), La ricerca (NarrativAracne – ContempoRagni,2018), Sul sentiero dell’origano selvatico (NarrativAracne – Ragno Riflesso, 2020). È anche autore di libri di poesie: M’accorsi d’amarti (2014), Quando bellezza m’appare (2015), Ragione e Sentimento (2016), Voglio lasciare traccia (2017), Tra albori e crepuscoli (2018), Parlar vorrei con te (2019), Migra il pensiero mio (2020), selezionati ed editi tutti dalla Libreria Editrice Urso. Pubblica recensioni di film e articoli scientifici in riviste cartacee CnS-La Chimica nella Scuola (SCI), in la Chimica e l’Industria (SCI) e in Scienze e Ricerche (A. I. L.). Membro del Comitato Scientifico del Primo Premio Nazionale di Editoria Universitaria, è anche componente della Giuria di Sala del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2018 e 2019/Giacarlo Dosi. Ha ricevuto il Premio Internazionale Magna Grecia 2017 (Letteratura scientifica) per il romanzo Sulle ali dell’immaginazione, Aracne – NarrativAracne (2016).