La foto di Vincenzo Bamundo, vincitrice del Premio Venus 

 

Si è svolta sabato scorso, presso l’Hotel “Le Palme” di Sabaudia, la cerimonia di premiazione del concorso fotografico “I Racconti di Sabaudia”.

Al primo posto si è classificata la città di Sabaudia con uno scatto di due cani che corrono sulla spiaggia con lo sfondo del promontorio del Circeo, firmato da Massimo Furlan; seconda Latina con Flavio Ferron e i suoi fenicotteri in volo, al terzo Terracina con Giuseppe Camastro e un tramonto tra le dune.

Allo stesso Massimo Furlan è stato assegnato il Premio Enel grazie ad una suggestiva fotografia illuminata dal chiarore rosato delle prime luci dell’alba. Il Premio Regione Lazio è andato a Francesca Zito e al suo paesaggio riflesso sulle acque del lago di Paola. Premio Venus per l’ambiente a Vincenzo Bamundo con l’emozionante e pregevole inquadratura di Villa Volpi stagliata nel cielo, mentre il “Premio Èmore”, giunto alla sua seconda edizione, dedicato alla memoria dello storico fotografo di Sabaudia Alfredo Vitali (1939-2022), è appannaggio di Ciro Faraldo per una spettacolare alba a ventaglio sulla spiaggia di Sabaudia. A consegnarlo il figlio di Alfredo, Cristian Vitali, Maresciallo della Guardia di Finanza e scrittore.

«A nome della mia famiglia – ha detto Cristian – ringrazio ancora una volta Maria Costici, unica a voler ricordare in maniera tangibile l’importante figura di mio padre dopo la sua scomparsa. Nel mio intervento, ricollegandomi alle parole pronunciate in occasione della valorizzazione del passato di Latina, ho voluto ribadire l’importanza del ricordo e di come la memoria del passato sia importante anche in chiave futura. Prima dei Cecchi Gori, dei Totti e degli altri personaggi famosi che frequentano da anni le spiagge di Sabaudia, mio padre, tra gli anni sessanta e settanta, ha fotografato personaggi del passato come Giò Staiano, Ingrid Bergman, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, all’epoca affascinati dal nostro mare, che tanto ha dato al cinema italiano. Ci ha messo del suo anche il Sindaco di Sabaudia, il quale ha ricordato che proprio mio padre ha curato il servizio fotografico del suo Matrimonio, a testimonianza di quanto fosse conosciuto ed apprezzato in quello che era all’epoca una vera e propria attività di artigiano. Ed é sempre una grande emozione vedere gli occhi lucidi di Mamma Fernanda: nessuno potrà ridarle il suo compagno di vita, ma almeno in queste occasioni è come se tornasse vivo tra noi».

Nel corso dell’evento si é parlato anche di Latina Candidata Capitale Italiana della Cultura 2026.
Sul tema il Sindaco di Sabaudia, Alberto Mosca, l’Assessore all’Urbanistica del Comune di Latina, Annalisa Muzio, e la coordinatrice del progetto, l’Arch. Daniela Cavallo sono stati concordi nell’evidenziare “come nella sua candidatura, Latina abbia posto l’ambiente e il paesaggio con la terra e i suoi prodotti al centro del suo pensiero, la memoria rurale e contadina come un’eredità culturale, una storia passata da preservare perché continui ad essere nel futuro una narrazione continua per il territorio”.
L’Assessore Muzio ha poi aggiunto: “La valorizzazione di un territorio deve essere identitaria, frutto di una attenta analisi e di confronto con il territorio stesso, per poter contribuire anche ad una innovazione urbana”.

Mentre l’Arch. Cavallo ha così commentato: “Latina avrebbe potuto essere una delle città invisibili raccontate da Italo Calvino – ha proseguito – città nate dall’immaginazione come realizzazione di un desiderio. E Latina, con questa sua candidatura, sta ricercando quella sua giusta lucentezza non ancora completamente espressa che, come per l’arte, riesce a rendere visibile l’invisibile”.


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