Antonio Morozzi, dopo le saracinesche gli “sguardi”

"Chi mi critica è solo un arrogante"

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LIVORNO – È sempre indaffarato Antonio Morozzi, sessantun’anni,artista di strada e scenografo livornese. Sempre a darsi da fare, tra una via e l’altra di Borgo dei Cappuccini, il quartiere dove vive, lavora e che ama in maniera smisurata e che tenta di rivitalizzare da anni con le sue saracinesche dipinte con i personaggi famosi livornesi e non e le loro citazioni, ormai arrivate a circa 300. Poche hanno la sua firma pur avendole dipinte lui di persona e per poche ancora ha ricevuto un compenso dagli esercenti per il lavoro svolto e concordato come sempre per quanto riguarda soggetti, temi e contenuti di tutte le saracinesche che ha dipinto. La modestia è un tratto caratteriale molto raro, in più a ripagare Antonio Morozzi ci sono la passione, la crescita professionale e la consapevolezza di fare qualcosa di positivo per il quartiere. Un quartiere che lo ringrazia e che anche grazie a lui sta crescendo a più livelli, turistico, nei servizi e negli eventi, con Straborgo, il Centro Commerciale di Porta a Mare, le altre iniziative correlate e l’apertura del mare cittadino fino alla Bellana in attesa del nuovo porto turistico. In Borgo dei Cappuccini c’è anche lo studio di Antonio Morozzi. Qui lo conoscono tutti e tutti lo salutano, soprattutto le persone anziane, i residenti storici, a cui è legatissimo. Questo pomeriggio Antonio si fa trovare all’angolo di via Verdi mentre spinge per strada una tela su un cavalletto, una sua realizzazione che gli servirà per il prossimo progetto a Bagno a Ripoli come scenografo di uno spettacolo nel bosco per uno dei massimi esponenti mondiali della cultura gastronomica sui tartufi. Sorride, ma la prima battuta è per chi critica il suo lavoro, le saracinesche. Qualcuno di influente infatti, appartenente al mondo culturale livornese, si è lamentato, sopratutto sui social, definendole brutte: “Le dipingo io di persona, fuori, col sole o con le intemperie. In pochi mi pagano e lo faccio per il quartiere. Le mie non sono opere d’arte, sono un tentativo di valorizzare il quartiere e di raccontarlo, lo faccio per far stare bene le persone e niente di più. Chi mi critica come minimo lo definirei un arrogante”. Se si entra nel suo studio ci colpisce subito l’odore dei colori, i grossi pennelli per la verniciatura delle saracinesche gettati un po’ ovunque e i tanti libri accatastati all’entrata che chi vuole può portarsi via
– “mi sono messo anche a fare book crossing” – sorride. Poi c’è un dipinto dell’antica e ormai distrutta Torre del Magnale dell’antico porto di Livorno, un ritratto della scrittrice Alda Merini e dello scomparso calciatore del Livorno Calcio Piermario Morosini e i tanti manifesti dei suoi successi realizzati da scenografo, come Chicago, Mouline Rouge e il recente “Le smanie per la villeggiatura” con Antonio Barresi. Ma ci sono tantissimi altri progetti prestigiosi realizzati da Antonio Morozzi,come le collaborazioni con i musei a Palazzo Pitti e agli Uffizi a Firenze o addirittura con il coregista e coprudottore del noto film vincitore di un Premio Oscar “The Million Dollar Baby” di Clint Eastwood. E poi ci sono i murales e la street art, oltre alle saracinesche di Borgo quelle dell’anniversario della nascita di Mascagni e di Cavalleria Rusticana in via Sant’Omobono accanto alla casa natale del Maestro e il ritratto di Modigliani sull’edicola ormai chiusa davanti a Palazzo Comunale. Su un muro dello studio c’è anche un grande poster che lo ritrae insieme ai bambini delle scuole elementari Bartolena a Livorno, uno dei suoi ultimi progetti insieme alle collaborazioni con i Centri di Salute Mentale, sempre per i murales. La street art è un’altra grandissima passione di Morozzi che di recente ha tentato di aprire in via Verdi davanti alla Cooperativa Sociale per la riabilitazione dei pazienti psichiatrici Blu Cammello, un laboratorio per togliere ai giovani livornesi il brutto vizio di vandalizzare con pennarelli e spray le mura della città e le opere pubbliche. Accordo e finanziamento già fatti e sicuri grazie all’interesse dell’assessore al commercio e al turismo Rocco Garufo, ma poi non se ne è fatto più niente. La ragione ufficiale è che i fondi per il laboratorio di street art di Morozzi per i giovani livornesi sono stati dirottati per fare i tanti nuovi murales a Livorno firmati Uovo alla Pop e MuraLi, finanziati e patrocinati dal Comune di Livorno. Anche qui è necessario togliersi qualche sassolino dalle scarpe: “Prendiamo il murales di Mascagni sugli Scali del Pontino ad esempio. Con un’ampiezza di 5 piani più altri 5 riflessi sull’acqua, si presenta come troppo grosso e con colori sbagliati, dipinto da un’artista venuto da fuori pagato 10 mila euro che fino a prima del pagamento non sapeva neanche chi fosse Mascagni ed è stato costretto in fretta e furia a mettersi sui libri per poter realizzare il murales in una zona poi lontanissima dalla casa natale di Mascagni che semplicemente rovina lo splendido panorama davanti alla Fortezza Nuova. Soldi buttati via e progetti campati per aria. Da parte mia non sono uno che si esime dal partecipare ed ho provato a chiedere di collaborare con MuraLi, Uovo alla Pop e Stefano Pilato ma ho ricevuto solo risposte negative in maniera più o meno gentile”. Gli sguardi delle persone e i loro occhi, dei commercianti che gli hanno permesso di dipingere le loro saracinesche. Questo è il nuovo progetto di Morozzi per Borgo dei Cappuccini. Si tratta di piccole fotografie rettangolari di pochi centimetri quadrati, installate all’altezza dei numeri civici degli esercizi commerciali. Per ora siamo già a 40 occhi o “sguardi” realizzati che assomigliano a delle magiche telecamere di vigilanza magari più efficaci delle classiche: “Vorrei avere più spazio, la stampa cittadina mi snobba e fa finta che non esista quando invio i miei comunicati.
Ma sbagliano, sono venuti ad intervistarmi persino la Rai e Repubblica”. Antonio va fiero del suo lavoro e fa bene, oltre alla passione dietro al suo impegno c’è anche una bella testa dura, quella di chi lotta perché le cose funzionino meglio. Famoso il suo “pallino” per la viabilità e la larghezza delle carreggiate di Borgo dei Cappuccini: sono diventate troppo larghe dopo aver tolto i parcheggi e andrebbero ristrette di nuovo per moderare la velocità dei mezzi e migliorare la sicurezza dei pedoni e dei residenti. Una petizione popolare “dormiente” valida e depositata in Comune nel 2019 che è diventata la “fissa” di Antonio Morozzi per qualcuno, in realtà invece una diatriba che lo fa arrabbiare e che gli ha procurato purtroppo alcuni diverbi con la Giunta attuale e col sindaco Luca Salvetti. Ma nessuno ha voglia di arrabbiarsi o di litigare e Antonio Morozzi è ben felice di cambiare discorso perché deve continuare il suo lavoro per lo spettacolo di Bagno a Ripoli per il Re del Tartufo. Si parte il 21 ottobre nel bosco con un mini palcoscenico da lui costruito delle dimensioni di un tavolo per il calcio balilla in cui danzeranno come delle marionette i suoi lavori che ripropongono i quadri più famosi dedicati al tartufo tra i quali anche un Magritte. Il tutto accompagnato da musica jazz alla tromba e dal gruppo livornese dei Licantropi. E lo spettacolo a novembre potrebbe approdare a sorpresa anche a Livorno al Mercato delle Vettovaglie.

Lo studio di Antonio Morozzi

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Divento giornalista pubblicista nel 2012 lavorando per Il Tirreno per quattro anni e mezzo nella redazione della cronaca di Livorno, in seguito faccio varie esperienze personali sempre volte ad accrescere la mia esperienza professionale. Ho collaborato con più di un giornale on line, guidandone alcuni, ho lavorato come addetto stampa nel campo della politica, dello sport e dello spettacolo, attualmente affianco la professione giornalistica a quella di scrittore.