CATANIA . – Per cinque lunghissime ore è rimasto chiuso in auto. Finestrini chiusi e il caldo soffocante di un settembre che sembra piena estate. Nessuno si è accorto di lui, nessuno l’ha sentito lamentarsi. E’ rimasto seduto sul seggiolino della macchina dei genitori, parcheggiata davanti all’Università, ed è morto soffocato.

Una storia atroce quella del bimbo di Catania di appena due anni dimenticato dal padre in automobile. Solo la telefonata allarmata della moglie che gli chiedeva perché il figlio non fosse all’asilo, come aveva saputo dalle maestre, lo ha riportato alla realtà. In un attimo è corso in strada, ma il piccolo era in fin di vita. La corsa al Policlinico, il medico che accerta la morte. La disperazione.

E proprio per scongiurare altre morti è stata approvata una norma che impone in Italia l’uso di seggiolini salva-bebé. In assenza del regolamento attuativo, però, la legge non è mai stata operativa. A giugno lo ricordava, con qualche preoccupazione in vista delle imminenti ondate di calore estivo, l’Asaps, l’associazione sostenitori Polstrada.


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