Parte da Terracina la sfida di Nicola Procaccini per le elezioni europee del 26 maggio

Nel bel mezzo del secondo mandato come sindaco di Terracina, il 43enne Nicola Procaccini ha deciso, in pieno accordo con i vertici nazionali di Fratelli d’Italia e soprattutto in totale simbiosi con Giorgia Meloni di cui è stato stretto collaboratore dal 2008 al 2011, che era arrivata l’ora di cimentarsi nella competizione delle elezioni europee del prossimo 26 maggio 2019. Una scelta maturata nel tempo e ragionata tanto che lo stesso Procaccini, intervistato in proposito dichiara:

L’esperienza da sindaco di Terracina, in corso da 8 anni, è stata totalizzante e ricca di soddisfazioni, soprattutto perché ci siamo trovati ad affrontare e superare difficoltà veramente imponenti. Ora, dopo due mandati consecutivi, l’esperienza volge al termine ed io non sono più ricandidabile. L’istituzione in cui ci sono le risorse per migliorare e far sviluppare le nostre città è l’Europa. Ho chiesto a Giorgia Meloni la possibilità di candidarmi in Fratelli d’Italia, partito del quale mi onoro di essere uno dei fondatori, per potere continuare a impegnarmi per la comunità. La differenza, se dovessi essere eletto, è che dovrei occuparmi dei 12 milioni di cittadini della Circoscrizione Centro Italia e non più solo dei quasi 50 mila terracinesi. 

Come mai l’Europa dagli Italiani viene oggi percepita molto più spesso come un cappio stringente di regole anziché un naturale sbocco di possibilità?

L’Europa unita è un’idea felice declinata decisamente male. Provengo da una tradizione e cultura politica che vedeva la fratellanza dei popoli europei, stremati da millenni di guerre, come il punto di arrivo di un percorso della storia. Questa Unione Europea, invece, si fonda sulla grande finanza, sulla burocrazia e sul predominio di due Stati sugli altri. Avremmo dovuto avere qualche sospetto di quello che ci aspettava quando si scelse di far partire l’unione sulla moneta, cioè la cosa che più divide gli uomini. Questa impostazione ha causato la degenerazione degli obiettivi e la grande delusione delle aspettative. Inoltre, con il tempo, abbiamo verificato come la UE abbia privilegiato le politiche dell’austerità per molti a vantaggio del benessere di pochi. Le direttive sono incentrate sulla penalizzazione dei prodotti di qualità, di cui l’Italia è ricchissima, per facilitare la massificazione dei consumi indirizzandoli verso la spersonalizzazione e l’indistinguibilità. Invece di pensare alle misure degli ortaggi e alle modalità di cottura della pizza, l’Europa dovrebbe lavorare per una politica estera comune, una difesa dei confini comune e, perché no, ad un esercito comune. Dobbiamo tutti comprendere che l’unica possibilità per competere con le potenze economiche extraeuropee è una Confederazione di Stati Sovrani dove ognuno possa valorizzare le proprie peculiarità per renderle una ricchezza a beneficio di tutti.    


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