L’invito della candidata al Consiglio a spostare il baricentro del confronto dalla toponomastica alla riqualificazione. «Il parco comunale di Latina deve tornare al centro del dibattito politico, come area da riqualificare e valorizzare in tutte le sue potenzialità prima che per questioni di toponomastica». 

Lo afferma Daniela Fiore, candidata al consiglio comunale nella lista del Partito democratico a sostegno del sindaco Damiano Coletta, invitando ad alzare l’asticella del confronto sull’area cittadina, salita alla ribalta delle cronache nazionali e locali dopo la proposta del sottosegretario all’Economia di reintitolarla ad Arnaldo Mussolini.

«Al netto della proposta di Durigon, semplicemente inaccettabile in quanto prodotto di un’idea nostalgica che strizza l’occhio a un capitolo buio della storia italiana – sottolinea Fiore – sarebbe opportuno, utile e credo più interessante per i cittadini di Latina se si cominciasse a parlare di un progetto di restyling di un’area che da troppo tempo è in stato di semi abbandono e che la popolazione percepisce poco sicura e curata». A tal proposito l’esponente dem ricorda il sequestro avvenuto nel 2013 da parte della polizia municipale delle giostre all’interno dei giardinetti: «I sigilli scattarono per mancanza dei requisiti di sicurezza oltre che per occupazione abusiva del suolo pubblico. Si disse all’epoca che sarebbe stato indetto un bando per assegnare la gestione del chiosco presente nel parco e renderlo più vivibile, ma dalla data dello sgombero nulla è stato fatto per ripristinare l’area, salvo per qualche intervento sporadico – penso all’altalena per disabili fatta installare dall’attuale amministrazione – quello spazio è andato progressivamente impoverendosi».

Per restituire all’area funzionalità e vitalità Daniela Fiore pensa a un progetto dinamico e sostenibile che riguardi non solo l’aspetto ambientale: «Per costruire uno spazio vivibile per tutti c’è bisogno di rigenerazione e manutenzione del verde, ma anche di interventi che siano frutto di una visione complessiva: ci vogliono impianti e soprattutto servizi, quindi un’area giochi, uno spazio di sgambatura per i cani, un punto ristoro da affidare in concessione come è stato fatto per altri parchi della città e che abbiamo visto funzionare. Sarebbe bello sfruttare l’aspetto di socialità e aggregazione insito nell’area, è tempo perché diventi un punto di riferimento per famiglie e anziani, oltre che uno spazio attrezzato in cui i bambini possano giocare e svolgere attività motoria in sicurezza».


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Classe ’96, laureata in Management dei beni culturali presso l’università di Macerata. La carriera universitaria e lavorativa mi hanno formata nella scrittura online e giornalistica. Appassionata di arte e spettacolo. In continua formazione nel campo del marketing e della comunicazione.