E’ tornata l’ora legale nell’ultima domenica di Marzo.Il tempo scorre sempre ma ora appare più veloce.
Chi l’ha inventata e a che serve
Ma perché, due volte l’anno, si cambia orario? L’idea di spostare le lancette per sfruttare le ore di luce della bella stagione viene spesso attribuita a Benjamin Franklin per un articolo satirico pubblicato sul quotidiano francese ’Journal de Paris’ nel 1784 e riguardante il risparmio energetico.

Tuttavia la maggioranza degli storici ritiene che il primo ad aver teorizzato l’ora legale è stato il biologo George Vernon Hudson che nel 1895, alla Royal Society della Nuova Zelanda, propose di spostare le lancette dell’orologio in avanti durante l’estate per usufruire di ore di luce in più. La sua idea ricevette poco consenso e venne accantonata fino a quando, nel 1907, il costruttore inglese William Willet la propose come soluzione alla crisi energetica europea durante la Prima guerra mondiale.

Così, nel 1916 la Camera dei Comuni di Londra diede il via libera all’applicazione del progetto, intitolato ’British Summer Time’ (’Ora estiva inglese’), basato sullo spostamento delle lancette dell’orologio un’ora in avanti nel periodo estivo. Da lì, in breve tempo, la maggior parte delle nazioni adottò il nuovo sistema fino a quando venne definitivamente regolamentato dalla normativa europea. La direttiva 2000/84/Ce del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 gennaio 2001 stabilisce che in tutti i Paesi dell’Unione europea l’ora legale inizia l’ultima domenica di marzo e termina l’ultima domenica di ottobre.

In Italia l’ora legale è in vigore dal 1966. In precedenza era stata usata per la prima volta nel 1916. Dopo essere stata abolita e riconfermata diverse volte, è stata definitivamente adottata dal nostro Paese con una legge del 1965, in un periodo in cui il fabbisogno energetico aumentava di continuo.

In generale, i Paesi della fascia tropicale non adottano l’ora legale, in quanto la variazione delle ore di luce durante l’arco dell’anno è minima e non consente di avere ore di luce sufficienti la mattina per giustificare uno spostamento di lancette in avanti di un’ora.

Nell’emisfero australe, essendo le stagioni invertite rispetto all’emisfero boreale, anche l’ora legale segue un calendario invertito: in Australia è in vigore da ottobre a fine marzo o inizio aprile, con possibili variazioni da stato a stato, mentre in Brasile si va dalla terza domenica di ottobre alla terza domenica di febbraio. In Africa infine l’ora legale è scarsamente usata.

Disturbi per la salute
Dovremo fare i conti con gli effetti psicofisici della transizione: stanchezza, sonnolenza, irritabilità, affaticamento, scarsa concentrazione, bassa produttività, possono essere solo alcuni dei malesseri dovuti al cambio dei nostri ritmi circadiani. Ad affermarlo è la psicoterapeuta Paola Vinciguerra, presidente dell’Associazione Europea per il Disturbo da Attacchi di Panico (Eurodap): «Questi disturbi , secondo un nostro sondaggio – afferma – sono avvertiti dal 70% degli italiani).

«L’ora legale acutizza problemi psicofisici preesistenti e, in individui che hanno difficoltà ad addormentarsi e presentano ansia e depressione, influenza il peggioramento – spiega Vinciguerra -. Il jet leg, anche se solo di un’ora, può comportare uno squilibrio dell’organismo, tanto che il nostro orologio biologico può aver bisogno anche di alcuni giorni per riassestarsi. La privazione di sonno comporta un aumento del rilascio di cortisolo che, oltre ad incidere a livello cardiovascolare, può comportare anche un cambiamento a livello umorale». Un sondaggio promosso dall’Eurodap, a cui hanno partecipato 658 persone di ambo i sessi di età dai 18 ai 67 anni, ha indagato i vissuti più frequenti al cambio dell’ora. Dai dati emerge come il 70% degli intervistati abbia molto spesso, in questo periodo, problemi d’insonnia; il 76%, sostiene di sentirsi molto meno produttivo sul lavoro e di avere sbalzi di umore. Per quasi il 90% il cambio di orario incide negativamente sul proprio stato psicofisico. (Fonte La Stampa)


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