Google, una delle aziende più importanti al mondo, ha spento 25 candeline. E’ utilizzata da miliardi di persone per la ricerca online

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Il 27 settembre è stato il venticinquesimo compleanno di Google, una ricorrenza stabilita per convenzione che ispira delle riflessioni in chi lavora nel settore della tecnologia ma anche in chi è un semplice utilizzatore.

Da utenti comuni che vivono in Occidente non possiamo non notare come Google per un motivo o per un altro, faccia parte della nostra vita.

Per celebrare il proprio venticinquesimo compleanno, Google ha realizzato un doodle speciale e ha pubblicato, sul blog ufficiale The Keyword, una serie di contenuti realizzati ad hoc per evidenziare tutti i passi compiuti in questo lungo percorso.

Nel settembre del 1998, i dottorandi Sergey Brin e Larry Page, fondarono la società Google LLC. Oggi, a 25 anni di distanza, festeggiamo il compleanno di una delle aziende più importanti al mondo (dal 2005 la ricorrenza viene celebrata il 27 settembre per ricordare quando nel 1998 fu registrato il record di pagine indicizzate).

I due si erano conosciuti al corso di informatica dell’Università di Stanford e scoprirono di condividere una stessa visione: rendere il World Wide Web un luogo più accessibile.

Prima di arrivare… al garage, i due lavorarono instancabilmente dai loro dormitori per sviluppare un prototipo di motore di ricerca migliore.

La data del 27 settembre è una data convenzionale.

In passato il compleanno è stato celebrato in date diverse: il 7,8,26 e 27 settembre.

L’algoritmo che raccoglieva informazioni dal web si basava sul concetto che una pagina ha molta importanza se ci sono tante altre pagine che puntano sulla prima.

L’importanza di una pagina identifica un risultato pertinente in una ricerca.

Da allora e fino ad oggi l’algoritmo su cui si basa l’indicizzazione delle pagine web è cambiato infinite volte con l’obiettivo di migliorare i risultati e avvicinarsi il più possibile a ciò che vuole l’utente.

Alcune parti dell’algoritmo sono segrete: è più facile trovare indicazioni da parte di Google su quali sono le strategie che penalizzano una pagina o un intero sito piuttosto che il modo di far risultare la propria pagina tra i primi posti nella pagina di ricerca. Il motivo per cui viene mantenuto segreto è per evitare utilizzi impropri: tutti vorrebbero trovarsi al primo posto ma in Google puntano a produrre risultati che siano il più vicino possibile a ciò che cerca l’utente.

Nel vasto panorama del mondo digitale, poche invenzioni hanno avuto un impatto tanto significativo quanto il motore di ricerca Google.

Conosciuto ed utilizzato da miliardi di persone in tutto il mondo, Google è diventato sinonimo di ricerca online, facilitando l’accesso a un’enorme quantità di informazioni in modo rapido ed efficiente.

Il nome “Google” deriva da “googol”, termine matematico che indica il numero 1 seguito da 100 zeri, a rappresentare l’immensa quantità di informazioni che il motore di ricerca avrebbe dovuto gestire.

Nel 2000, Google lanciò AdWords, un sistema di pubblicità basato su annunci testuali, che avrebbe presto generato ingenti entrate per l’azienda.

Nel 2004, l’azienda fece il suo ingresso in borsa, raccogliendo fondi che le avrebbero permesso di espandersi ulteriormente.

La crescita di Google non si è fermata al solo motore di ricerca. Nel corso degli anni, l’azienda ha sviluppato una vasta gamma di prodotti e servizi, tra cui Gmail, Google Maps, YouTube e molti altri.

Prima di internet, e prima di Google, per conoscere qualcosa di nuovo si utilizzavano esclusivamente i libri, le enciclopedie o gli schedari nelle biblioteche.

Strumenti che avevano dei limiti fisici, anche se spesso avevano anche il pregio dell’autorevolezza. Internet ha espanso i confini di quello che si può conoscere.

In Italia Google è il motore di ricerca utilizzato dal 95% degli utenti di internet (negli Stati Uniti è scelto dal 67,5% degli utenti). Questo monopolio ha aspetti controversi, come dimostra la multa record – da 2,42 miliardi di euro – comminata dall’Unione europea per abuso di posizione dominante.

Molte professioni oggi – soprattutto nel mondo della comunicazione e della pubblicità – devono comunque rapportarsi con Google, fare i conti con le sue regole e con il suo linguaggio.

Secondo una ricerca promossa dalla Colombia, da Harvard e dall’università del Wisconsin-Madison, l’effetto di Google sulle nostre vite è stato tale da cambiare il modo in cui pensiamo.

Non servono più sforzi per cercare quello di cui abbiamo bisogno: su Google possiamo «trovare i nostri vecchi compagni di classe, degli articoli, ma anche il nome di quell’autore che avevamo sulla punta della lingua».

Secondo gli studi, questo avrebbe un’influenza sulle nostre capacità di ricordare. In psicologia si chiama “memoria transattiva”: è il modo con cui ci affidiamo agli altri per ricordare alcune informazioni. In passato si faceva affidamento sulla famiglia o sugli amici più intimi. Oggi chiediamo inconsciamente a Google di ricordare per noi: come se fosse una grande memoria esterna a cui ricorriamo ogni giorno.

Chiudo con una frase di Steve Jobs : Baratterei tutta la mia tecnologia per una serata con Socrate

Alessandra Trotta ( Giornalista e scrittrice )


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