Il campo rom Al Karama scomparirà, al suo posto arriva il centro di Autonomia Abitativa

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«A Latina si è ufficialmente conclusa la stagione dei campi rom». Sono le parole del Presidente di Associazione 21 Luglio, Carlo Stasolla, pronunciate a margine della conferenza tenutasi ieri in Comune per presentare le norme che regolamenteranno l’accesso e la gestione del nuovo Centro di Autonomia Abitativa, la struttura destinata all’accoglienza temporanea di famiglie in emergenza abitativa che sorgerà in via Monfalcone, a Borgo Bainsizza: quello che, almeno in un primo momento, ospiterà i 19 nuclei familiari che risiedevano nel vecchio campo di “Al Karama”, andato a fuoco nel luglio del 2022.

Si conclude così la crisi iniziata la scorsa estate, quelle che ha visto circa 80 persone costrette a trasferirsi provvisoriamente all’ex Rossi Sud – e che lo stesso Commissario Prefettizio non ha avuto remora di definire «la più impegnativa delle sfide tra quelle affrontate dal giorno del mio insediamento». Tuttavia, la collaborazione tra l‘Ente di Piazza del Popolo e l’Associazione 21 Luglio, sottoscritta in un Protocollo d’intesa, ha permesso di dare il via alla realizzazione di un nuovo Centro di Autonomia Abitativa che sorgerà proprio in prossimità dell’area di Al Karama – e che dovrebbe riuscire a vedere la luce prima dell’insediamento del nuovo sindaco.

«L’obiettivo è stato quello di non creare un’alternativa ad Al Karama, ma di pensare un percorso che permettesse di reinserire in società queste persone» ha sottolineato il Commissario Valente. Una vera rivoluzione! Il Centro, infatti, è stato ideato per ospitare non solo le circa 80 persone sfuggite all’incendio dello scorso luglio, ma, in un secondo momento, anche famiglie italiane e straniere in condizione di emergenza abitativa: non un nuovo campo rom, dunque, bensì un centro regolamentato, all’interno del quale i nuclei familiari saranno ospitati per un massimo di 18 mesi, seguendo le regole chiare e i percorsi inclusivi sostenibili del documento che regolerà i requisiti di accesso e le modalità di accoglienza temporanea.

A vigliare sarà una Commissione di gestione presieduta dal Dirigente della Polizia Locale e composta da quello al Patrimonio, al Welfare e alle Politiche giovanili. Per ciascuna famiglia che risiederà nel Centro, formato da 19 moduli abitativi da 50, 75 e 100 mq, sono previsti interventi sociali e misure di sostegno economico per agevolare il raggiungimento della piena inclusione abitativa e lavorativa e la conseguente fuoriuscita dalla struttura. «Dopo Pasqua inizieremo i colloqui con le famiglie, per far comprendere loro la novità di tale modello» ha spiegato il Presidente di Associazione 21 Luglio Carlo Stasolla: «Non è solo un punto di arrivo, ma anche di partenza. Il Centro si basa infatti su un rapporto di dare e avere, uguali diritti e uguali doveri: si entra con un percorso personalizzato, ma vi è un patto chiaro tra la struttura e le famiglie stesse. Sono certo che potrà diventare un progetto pilota per la regione Lazio e per l’Italia».

 


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