Il Reddito di Cittadinanza a Federica Saraceni: il quarto colpo esploso a Massimo D’Antona

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Nel 1999, nei pressi della sua abitazione di Via Salaria, perdeva la vita il giuslavorista Massimo D’Antona. Tre colpi di pistola, precisamente una P38, esplosi su un corpo inerme. 130 passi riuscì a percorrere Massimo D’Antona prima di morire.

Fra gli autori del suo assassinio, ideato e realizzato dalle nuove Brigate Rosse, v’era anche Federica Saraceni.

Il suo è un cognome importante nell’Italia politica: suo padre Luigi è stato Magistrato e fondatore della corrente di sinistra delle toghe, “Magistratura Democratica”, e per due legislature sedette in Parlamento per il Pds e i Verdi.

Una “toga rossa”, convinta della funzione sociale e politica della giustizia. Prova incarnata del rapporto peloso ed incestuoso fra la sinistra erede della tradizione comunista ed una parte, maggioritaria, del potere giudiziario.

Il nome di Federica rimbalza in queste ore per un’altra notizia di cronaca. L’ex brigatista, condannata per l’omicidio D’Antona a 21 anni e 6 mesi di reclusione, scontati attualmente ai domiciliari, percepisce dall’Inps il Reddito di Cittadinanza pari a 623 euro. La legge prevede che non possano beneficiare della misura coloro che siano stati condannati nei dieci anni precedenti. La condanna della Saraceni risale a dodici anni fa. Per il Presidente Inps Tridico ci sarebbero tutti i requisiti: sola, senza reddito e con due figli a carico.

E’ intervenuta la vedova D’Antona, Olga, ad urlare tutto lo sdegno per quello che viene considerato un indebito zuccherino che lo Stato elargisce a chi ha lottato per abbatterlo.

La politica è intervenuta in modo trasversale: l’ex Ministro Marianna Madia (Pd) ha annunciato che presenterà una interrogazione ai Ministeri Competenti (Lavoro e Giustizia, entrambi guidati da esponenti 5S). La destra insorge con Lega e Giorgia Meloni che gridano allo scandalo.

Non è l’unica brigatista, Federica Saraceni, a godere del sussidio di Stato. Ci sono, infatti, i 780 euro per Raimondo Etro, coinvolto nel sequestro di Aldo Moro e, fra gli altri, i 500 euro per Massimiliano Gaeta.

La mia cultura è inscindibilmente legata ai pricìpi del garantismo e della funzione rieducativa della pena , così come ci ricorda la Costituzione all’art.27 comma 3. Tuttavia, la domanda è molto semplice: come farà la signora Saraceni, che al momento si trova reclusa agli arresti domiciliari, a ricevere e conseguentemente accettare  le offerte di lavoro che dovrebbero seguire al percepimento del Reddito di Cittadinanza?

Capiamo e rispettiamo il dolore, la rabbia e lo sconcerto della vedova D’Antona.

Per quel niente che vale il suo dolore, la sua rabbia ed il suo sconcerto sono anche i nostri.


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Sono laureato in Scienza della Politica con tesi dal titolo: ”L’eccezionale: Storia istituzionale della V Repubblica francese”. Socialista liberale libertario e radicale. Mi sono sempre occupato di politica e comunicazione politica collaborando a campagne elettorali e referendarie. Ho sempre avuto una passione per il giornalismo d’opinione e in News-24 ho trovato un approdo naturale dove poter esprimere liberamente le mie idee anche se non coincidono sempre con la linea editoriale della testata. Ma questo è il sale della democrazia e il bello della libertà d’opinione.