Il soffio del vento: Cielo

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Cielo                                                                                             Credete forse che io non veda il filo spinato, i forni crematori, il dominio della morte? Si, ma vedo anche uno spicchio di cielo e in questo spicchio di cielo che ho nel cuore io vedo libertà e bellezza.                                   Etty Hillesum

La scrittrice olandese di origine ebraica, Etty Hillesum, vittima dell’Olocausto, è stata certamente una persona che ha saputo mettere in risalto, attraverso le toccanti parole del suo diario,  il valore e l’importanza del cielo come spazio di libertà di pensiero, di immaginazione, di bellezza. Nella sua tragica circostanza di vita, dentro il campo di concentramento di Auschwitz, aggiungeva questa amara riflessione «Si deve esser capaci di vivere senza libri e senza niente. Esisterà pur sempre un pezzetto di cielo da poter guardare, e abbastanza spazio dentro di me per congiungere le mani in una preghiera».

Anche per un’altra donna ebrea, Anna Frank, divenuta simbolo della Shoah, il cielo è stato oggetto di conforto, di speranza a cui guardare per superare momenti difficili della sua giovanissima esistenza. Infatti indimenticabili sono le parole del suo diario: «Finché potrai guardare il cielo senza timore, sarai sicuro di essere puro dentro e tornerai a essere felice».

Il tratto di volta celeste, che sovrastava i luoghi diversi in cui Etty e Anna hanno trascorso segmenti della loro drammatica esistenza, è stato per loro l’orizzonte in cui hanno potuto superare ogni forma di restrizione, di filo spinato, di prigione e dove hanno trovato la forza di resistere e di andare avanti guardando le stelle, le nuvole e l’azzurro del cielo per non essere sopraffatte dalla tristezza, dalla sofferenza e dal dominio della morte.

Per loro forse possono valere sia le parole confortevoli del cancelliere di Enrico VIII d’Inghilterra Tommaso Moro che scriveva: «Non rattristatevi, perché io confido che, una volta in cielo, ci rivedremo molto lietamente, in piena letizia, lassù dove saremo sicuri di vivere ed amarci insieme, in gioiosa beatitudine, per sempre, eternamente», sia la frase tratta dal racconto Lo specchio cieco  dello scrittore austriaco, Joseph Roth: «Sopra di noi il cielo è grande e stellato, troppo alto per essere benevolo, troppo bello per non contenere un dio. Le piccolezze vicine e la lontana eternità hanno un nesso, e noi non sappiamo quale».

E per questo che, per noi, esseri umani di passaggio, va accolto l’invito a fermarsi un istante, alzare gli occhi e guardare il cielo, ascoltare in silenzio le musiche dell’universo, rimirare le stelle, la luna e respirare profondamente.

 

 

 

 

 

 

 

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