Il soffio del vento: Darwinismo

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Per quanto grandi siano le differenze tra l’uomo e gli animali, esse sono soltanto di grado e non di qualità.                             Charles Robert Darwin

Il darwinismo è la teoria sull’evoluzione degli esseri viventi elaborata dallo scienziato  Charles Robert Darwin (1809-1882) ed è stata esposta nell’opera più famosa Sull’origine della specie ad opera della selezione naturale, ossia il mantenimento delle razze avvantaggiate nella lotta per la vita, e pubblicata nel 1859 e in altri fondamentali studi successivi come L’origine dell’uomo.

Secondo questa dottrina le specie viventi, più complesse e differenziate (incluso l’uomo), si evolvono di generazione in generazione attraverso la lotta per la vita (o selezione naturale) tra gli individui più forti e con migliori capacità di una stessa specie, per l’adattamento all’ambiente e l’ereditarietà dei caratteri acquisiti.

La teoria fu sostenuta dal naturalista e antropologo inglese con una serie di prove offerte dall’embriologia, dalla paleontologia, dalla morfologia, dall’autonomia comparata e dalle classificazioni vegetali e animali. Per la formulazione della sua teoria scientifica Darwin ricevette importanti e significativi spunti dalla conoscenza dei meccanismi della selezione operata dall’uomo su piante e animali e dalla lettura del Saggio sul principio di popolazione di Thomas Robert Malthus.

Il darwinismo, che ha contribuito a formare la cultura del Novecento, ha dato luogo ad accesissime discussioni, non soltanto dal punto di vista strettamente biologico, ma anche sociologico, filosofico e religioso. Nell’età del positivismo si è parlato di darwinismo sociale poiché la teoria darwiniana si è estesa ai problemi della società in quanto considerava la posizione sociale degli uomini e il rapporto tra le classi come il risultato di una legge di natura, di una lotta per la sopravvivenza che premierebbe soltanto i più forti e più adatti a superare determinate difficoltà o modificazioni ambientali. Darwin, infatti, ha scritto: «non è la più forte delle specie che sopravvive, né la più intelligente, ma quella più reattiva ai cambiamenti».                                                                                                      Questa teoria dell’evoluzione per selezione naturale, che porta alla sopravvivenza, e quindi alla riproduzione del più idoneo, ha impresso una svolta decisiva al pensiero biologico moderno con idee la cui rivoluzionaria pericolosità, per citare il filosofo statunitense della scienza Daniel Dennet, non si è ancora oggi esaurita.

 

 


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