La guerra dei residenti contro l’impianto di batterie al litio sulle colline di Fauglia

Sorgerà un secondo impianto dopo il primo del costo di 53 milioni di euro

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La zona dove sorgeranno gli impianti
La zona dove sorgeranno gli impianti

FAUGLIA (PI) – Sarà costruito un secondo impianto nelle colline di Fauglia di accumulo a batteria (Bess) progettato da Fotowatio, controllata spagnola della saudita del magnate Abdul Latif Jameel. L’autorizzazione del Comune è arrivata il 17 aprile scorso. Si tratta per il primo impianto e per il secondo che avrà le stesse dimensioni, di 56 container di 32 tonnellate ciascuno contenenti batterie al litio che dovranno immagazzinare e redistribuire l’energia in eccesso proveniente dagli impianti fotovoltaici. Attraverso una conduttura sotterranea di cavi ad alta tensione, l’energia sarà convogliata nella vicina centrale di Acciaiolo.

L’atto comunale per la realizzazione del secondo impianto

I residenti non vogliono l’impianto e sono sul piede di guerra: sicurezza, deturpamento delle colline e perdita di valore delle abitazioni. Il comitato che si è formato ha trovato anche l’appoggio della politica con Potere al Popolo. Dapprima si ipotizzava un ricorso al Tar, poi la decisione di rivolgersi a un team legale in via privata. Sotto accusa la vendita del terreno in ragione degli sgravi fiscali dovuti al programma ambientale dei fondi del Pnnr e i soldi della maxi operazione, circa 53 milioni di euro solo per il primo impianto. “È allucinante – denuncia Edoardo Pani del comitato di residenti – siamo tutti per l’energia verde ma c’è luogo e luogo, è una follia. La parte politica rimpalla la faccenda alla parte tecnica, il Comune ha dichiarato di non sapere nulla del progetto. Abbiamo fatto anche un esposto ai Vigili del Fuoco per il rischio incendio, perché qui i mezzi pesanti non possono arrivare a causa della strada stretta piena di curve e le batterie si incendiano facilmente e bisogna intervenire con schiume e polveri perché l’acqua è inutile. Gli impianti sono sottoposti a incidenti, abbiamo raccolto diversi casi nel mondo, negli Stati Uniti e in Australia. Andrebbero calcolati meglio i fattori di rischio. Le nostre colline dovranno essere terrazzate per poter reggere l’enorme peso dei container e il panorama sarà disseminato da pali per l’energia solare con la zona in cui abitiamo che sarà illuminata notte e giorno. Andremo avanti contro tutto e tutti”.


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Divento giornalista pubblicista nel 2012 lavorando per Il Tirreno per quattro anni e mezzo nella redazione della cronaca di Livorno, in seguito faccio varie esperienze personali sempre volte ad accrescere la mia esperienza professionale. Ho collaborato con più di un giornale on line, guidandone alcuni, ho lavorato come addetto stampa nel campo della politica, dello sport e dello spettacolo, attualmente affianco la professione giornalistica a quella di scrittore.