La Meloni lancia Calandrini, accuse agli ex alleati e a Coletta: il video e la fotogallery

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LATINA – Largo Tartini, nel quartiere ex Q4, le persone arrivano alla spicciolata. Sventolano le bandiere di “Fratelli d’Italia” di “Noi con Salvini” e tanti piccoli tricolore dati ai bambini per fare coreografia. Tutti attendono l’arrivo del candidato a sindaco del centrodestra Nicola Calandrini, di Giorgia Meloni, presidente Nazionale di Fratelli d’Italia e dell’Onorevole Barbara Saltamartini di Noi con Salvini. La piazza lentamente si riempie, secondo gli organizzatori ci sono circa 800 persone, a vista d’occhio non sembrano più di 600. Passano i minuti, i vip non si vedono. Dal palco arrivano rassicurazioni sul loro immediato arrivo. Ad aprire l’appuntamento elettorale è chiamato Marco Marsilio, coordinatore regionale di FdI, che dopo i saluti di rito e l’aver sottolineato che “con Nicola Calandrini, finalmente il centro destra è deciso a cambiare Latina”, non perde l’occasione per attaccare i vecchi alleati di Forza Italia e gli storici nemici del Partito Democratico sottolineando che: “ a causa loro, e dei loro interessi privatistici, la città è stata commissariata due volte”. Non si dimentica certo di Damiano Coletta, Latina Bene Comune, e sfidante di Calandrini al ballottaggio definendolo, come hanno fatto nei giorni scorsi molti suoi amici di partito “ il candidato occulto dei partiti di sinistra”. Nulla di nuovo , nulla di diverso e gli applausi sono flebili. Gli animi si scaldano quando, dopo circa 40 minuti di ritardo, salgono sul palco Nicola Calandrini e Giorgia Meloni. Il candidato a sindaco è visibilmente stanco ma sorridente.

Con lo sguardo rivolto all’orizzonte scalda la folla esordendo: “Sono un pochino emozionato per la prima volta dopo questa campagna elettorale estenuante, ma da lunedì sarò sindaco della città, di questa città che deve partire dalle periferie come questa. Questo pezzo di città è la nuova citta”. Eppure oltre 25 mila persone vivono lì da oltre un ventennio, amministrato sempre dal centro destra, ma evidentemente il tempo non è stato sufficiente per renderli “città”. Il “nuovo che avanza” è pronto a dare la svolta. Anche perché, come attacca subito Calandrini “ Coletta non sa nulla su come si amministra una città, io vanto un’esperienza pluriennale”.

Come negarlo. Ma a volte l’esperienza non è abbastanza. Continua puntando il dito verso il suo avversario, verso i suoi ex alleati di Forza Italia e i pericolosi , da sempre, democratici, senza cercare di divulgare le sue idee e dare spunti ai suoi sostenitori per convincere gli indecisi. Passano 5, 6 minuti e poi finalmente si torna a parlare dei problemi da risolvere, come quello della criminalità. “ Sarà mio interesse primario potenziare la sicurezza per i residenti di questi quartieri, con sistemi di videosorveglianza e presenza di pubblici ufficiali”. Ben venga. Tutti devono sentirsi tranquilli a casa propria, ma i residenti di quel quartiere non ci credono più, come hanno vociferato in molti dopo le parole del candidato sindaco. La parola passa a Giorgia Meloni. Chiara, determinata e con la grinta di sempre, passa subito all’attacco spiegando che per loro “la città non è solo il centro, ma tutto il territorio e che quelle che vengono definite periferie devono avere lo stesso riguardo che per il centro”.

Partono gli applausi da chi per molti, troppi anni, è stato lasciato senza servizi dalle passate amministrazioni. La Meloni è un fiume in piena, agganciandosi ai problemi delle periferie, parla dei rom, degli immigrati, delle leggi che premiano i delinquenti e ostacolano l’operato delle forze dell’ordine passando anche per le decisioni dell’Unione Europa in merito ai finanziamenti sull’agricoltura. Tutto vero, tutto interessante, tutto giusto. Ma a largo Tartini c’è un candidato a sindaco, non un candidato alla presidenza del Consiglio. Passano i minuti, capisce che l’attenzione della platea sta diminuendo e, da abile comunicatrice, riporta a sé gli sguardi. “ Sono qui per ribadire il sostegno di Fratelli d’Italia a Nicola Calandrini un candidato che può e che deve vincere assolutamente qui a Latina, per ribadire la voglia di concretezza e capacità e per restituire a Latina amministratori dignitosi”.


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