L’angolo delle curiosità artistiche

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L’arte si ritaglia sempre più il ruolo di linguaggio, un linguaggio di scoperta e di ricerca, a metà strada tra la filosofia e la scienza che usa materiale, sperimenta forme, contenuti, connessioni, che si relaziona con il reale, non solo in quanto mondo fisico, ma anche come universo sociale. Un linguaggio che mette alla prova il nostro sistema di osservazione di ricerca e comunicazione.                                                                            Simone Arcagni

 Il Cartone preparatorio per l’affresco della Scuola di Atene situato nella Stanza delle Segnature dei Musei Vaticani, realizzato interamente da Raffaello Sanzio, dopo quattro anni, ritorna alla Pinacoteca Ambrosiana di Milano.

Il Museo Egizio di Torino, fondato a Torino nel 1824, è considerato con la sua straordinaria collezione, a livello mondiale, il più antico museo interamente dedicato alla civiltà nilotica, secondo soltanto al museo del Cairo.

L’Ara Pacis è uno dei più importanti capolavori dell’arte romana, costruita tra il 13 e il 9 a.C. per celebrare la pace instaurata da Augusto sui territori dell’Impero.

La Pietà di Michelangelo, che si trova a San Pietro a Roma, è una delle immagini più dolorose del cristianesimo. La madre, la Madonna, sta seduta e il Figlio morto riposa sul suo grembo. La madre, che conserva il volto di una ragazza giovane, ha un corpo enorme, capace di ospitare il Figlio adulto. Il suo viso sembra concentrarsi non sulla morte ma sull’infanzia intatta del figlio. Un enigma questa discordanza.   

Leonardo da Vinci, i cui disegni (oltre 500 fogli) sono conservati presso la Royal Collection, pensava per immagini e disegnava per elaborare progetti artistici e tecnici, per registrare le impressioni recepite dal mondo che lo circondava, per sviluppare la sua stessa immaginazione e per riflettere.

Il pontefice Pio VII Chiaromonti nel 1802 nominò lo scultore (oggi più ammirato e apprezzato a livello internazionale), Antonio Canova, Soprintendente Generale del patrimonio archeologico e artistico dello Stato Vaticano e direttore dei Musei, così come aveva fatto nel 1515 il papa Leone X dei Medici nei riguardi di Raffaello, nominandolo Sovrintendente alle antichità di Roma. Stendhal scrisse di lui: «Canova ha avuto il coraggio di non copiare i greci e di inventare una bellezza come avevano fatto i greci».

Secondo lo storico dell’arte Antonio Paolucci il fascino di Antonio Canova sta «nell’essersi saputo egli mantenere in mirabile equilibrio, allo spartiacque di due secoli, fra “l’idea” e la “natura” , fra il classicismo di Winckelmann e la nascente sensibilità romantica di Foscolo, Byron, di Keats. Da una parte di modelli, dall’altra i sentimenti (l’amore, gli affetti, la malinconia, la mestizia) che inteneriscono i modelli e li rendono nuovi e moderni. La sua idea di un’arte accarezzata dai sentimenti e intiepidita dalla vita».

Albrect Dürer, nella sua città natale, Norimberga, svolse l’apprendistato sia per l’incisione che per il bulino, nella bottega del pittore Michael Wolgemuth. Il bulino, uno strumento composto da un’asta di metallo duro con  la punta a becco e l’impugnatura di legno, è usato per incidere il disegno sulle lastre di rame. Una tecnica sviluppata nel XV secolo, in modi e tempi diversi, nell’area mediterranea e nel Nord Europa.

 

 

 


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