La letteratura nazionale non significa più molto, è tempo che si instauri una letteratura mondiale. Johann Wolfgang Goethe
Marco Valerio Marziale, poeta epigrammista, nato in un piccolo pase spagnolo vicino a Saragozza, poteva contare su una biblioteca dove ha imparato il latino che gli ha permesso di andare a Roma e diventare scrittore.
Il primo ad aver parlato espressamente di romanzi di formazione è stato Johann Wolfgang von Goethe (1749-1832), che ha definito così il suo Gli anni di apprendistato di Wilhelm Meister, dato alle stampe nel 1796 e considerato il capostipite di questo genere letterario (anche se opere precedenti avevano già sviluppato una struttura simile).
Le principali caratteristiche dei romanzi di formazione sono, in estrema sintesi: la narrazione di una maturazione individuale; l’attenzione ai sentimenti e ai pensieri del protagonista; la descrizione di uno specifico ambiente sociale.
Fra i primi romanzi di formazione moderni, i più famosi sono in primo luogo Robinson Crusoe di Daniel Defoe (1660-1731) e I viaggi di Gulliver di Jonathan Swift (1667-1745), usciti rispettivamente nel 1719 e nel 1726. Entrambi contengono importanti riflessioni sulla società dell’epoca, dall’ascesa dei valori borghesi al confronto con la diversità e all’ipocrisia delle corti.
Honoré de Balzac (Tours 1799 – Parigi 1850), è stato uno scrittore, drammaturgo, critico letterario, saggista, giornalista e stampatore francese, considerato fra i maggiori della sua epoca(la prima metà dell’Ottocento). Fu il principale maestro del romanzo realista francese del XIX secolo, che descrisse il suo tempo e che definì la stampa il «quarto potere». Come autore è stato ampiamente saccheggiato nella sua ampia opera letteraria, fatta di romanzi, racconti, di articoli sui giornali, da autori di teatro, cinema, radio e fumetti.
Secondo la regista teatrale Serena Sinigaglia, il romanzo I fratelli Karamazov di Fëdor Dostoevskij sono la Bibbia della letteratura perché contiene tutti i generi possibili. «Si tratta di un giallo quindi mi diverte. È una saga familiare, quindi è a suo modo un libro romantico». È un capolavoro di spiritualità e filosofia, denso e umano allo stesso tempo, è un romanzo immenso.
Il Grande Inquisitore ne I fratelli Karamazov, famoso romanzo dello scrittore russo Fëdor Dostoevskij, trovatosi davanti il Cristo tornato sulla terra, lo rimprovera di essere di nuovo quaggiù e lo condanna ancora a morte.
Charles Baudelaire, prima di morire a causa della sifilide, fu preda di scompensi cerebrali, afasie provocate da varie ischemie. Ha dichiarato in una intervista il filosofo Roberto Esposito che «quel silenzio per così dire biologicamente obbligato, si proiettava sul suo “silenzio intellettuale”, sulla sua poesia che ha spesso oscillato, senza trovare mai una risposta definitiva, tra amore e morte, comunità e violenza, eternità e tempo».
John Steinbeck è nato il 27 febbraio 1902 a Salinas, in California, (Stati Uniti). Figlio di un tesoriere del Monterey e di un insegnante,a 17 anni scrisse poesie e racconti, ma alla soglia della laurea dovette rinunciare all’università. Con l’uscita del libro Pian della Tortilla (1934) la sua vita cambiò. Nelle sue opere letterarie, soprattutto con il suo capolavoro Furore, raccontò l’America degli ultimi e la lotta contro l’ingiustizia. Nel 1962 lo scrittore americano riuscì a vincere il Premio Nobel.
Abdulrazak Gurnah, nato a Zanzibar in Tanzania nel 1948, è stato insignito, dall’Accademia di Svezia, del Premio Nobel della Letteratura (2021) con la seguente motivazione: «È soprattutto un riconoscimento per l’intransigente e compassionevole indagine degli effetti del colonialismo e del destino dei rifugiati nel divario tra culture e continenti». È uno scrittore di romanzi ed è considerato un cantore dell’epopea dei profughi, dei rifugiati, dei richiedenti asilo e dei migranti che fuggono per necessità dalle guerre, dalla siccità, dalla deforestazione, dalle pestilenze.
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