Mi ostino ad immaginare che ha il fisico del ruolo più dell’attore che del sindaco: asciutto e longilineo, passo cadenzato, portamento flessuoso -pratica lo sport quindi sufficientemente snodato- nonché elegante per quel quid che lo rende distinto e garbato, stile inglese: diciamo di Mr.Coleman cioè “l’uomo Coletta” battezzato Damiano, per “santità” apparentabile a quel buon Damiano di dantesca reminiscenza! Quando s’insediò fu una sorpresa mista a perplessità: perché mai costui?! Proprio lui, un uomo “di cuore” -magari non proprio come quel famoso olio comunque, stando alla marca, di qualità!- si smarca come medico passando dall’ospedale al Comune! Eppure a ben considerarne lo status o la costituzione, Latina può dirsi (metaforicamente) una città “cardiopatica” affetta cioè da un “soffio al cuore”, sempre in bilico tra la fibrillazione transitoria e la “sedazione”, l’affanno e la rianimazione. Cosicché quell’uomo-cardiologo, a giusta ragione, avrà pensato di prendersi cura di una “paziente” in costante terapia intensiva con tutte le conseguenze non certo di poco conto. In alternativa al primo cittadino avrebbe potuto optare per altro primato (il primariato?) ma a noi piace pensare, al “discorso sull’attore”(vedi Diderot!),precisamente, all’attore che si cimenta pure come regista. Un attore per quanto di per sé valido se diretto da un tal regista rende al meglio, quando dirige se stesso (attore) dovrà essere molto abile con gli altri attori, nel caso di Mr.Coleman i consiglieri suoi “comprimari”. I quali un giorno sì un giorno no possono creare situazioni analoghe a quella creata dagli orchestrali della metafora felliniana in “Prova d’orchestra”, assolutamente indisciplinati e disubbidienti al direttore. Lontani da peregrine valutazioni nel o di merito, ci siamo permessi di confidare al Nostro il dubbio se il “vulnus” della gestione/congregazione “stellare” non sia dipeso dalla sua eccessiva “cordialità” o accondiscendenza fermo restando la caparbia autoreferenzialità della medesima unitamente alla malaccorta o distratta assegnazione di determinati incarichi (assessorato); prescindendo, in taluni casi, dalle specifiche o adeguate attitudini o competenze degli incaricati-assessori. Che la gestione di città cosiddette difficili sia comunque un affare serio (la Vergine di Roma ne è l’esempio!) è nel conto, che Latina, nel bene o nel male, ha avuto dei sindaci rispettabili pure, ovviamente, ognuno di loro con le inevitabili debolezze o incongruenze. Dall’origine fino a Nino Corona –uno dei migliori- indi Finestra e Zaccheo (per carità urbana tralascio color che furono tra i peggiori), ultimo Damiano il Buono. Il quale rispetto a quel “Totò il buono”(racconto di C. Zavattini) da cui la sceneggiatura (Zavattini) di “Miracolo a Milano” (De Sica), a Latina suo malgrado il “miracolo” non è riuscito a fare salvo una salutevole disinfestazione da/di sospette presenze nel cosiddetto sottosuolo. Non certo per ignavia, si presume per essere costantemente e costituzionalmente guidato dal “cogito ergo dubito”(!) lui, persona correttissima, pacata e tranquilla in una funzione o ruolo che invece richiederebbero o prevedono una certa grinta, un certo sicuro e calcolato azzardo quando non addirittura una qualche dose di più aggressiva determinazione: costui avrà qualche volta mandato chi di dovere pubblicamente a fan…?!. Questo è il punto: “Io so io ma tu chi cazzo sei?” (G.G.Belli) anziché sospirare amleticamente “Essere o non essere”! Piuttosto che il “De tranquillitate animi” di Seneca (Tranquillitas tua>Tua Altezza Serena!) le “Res gestae divi Augusti” cioè la azioni e reazioni come descritte nel piccolo ma esaustivo libro dallo stesso Cesare Ottaviano Augusto,assai determinato benché anche lui mite e “pacioso”, un uomo di pace! Vorremmo suggerire al “tranquillo” Damiano non già di rinunciare all’incarico ma almeno di coniugarlo con quello di attore realisticamente inteso! Sappiamo che in quest’ultimo periodo la città è stata più volte eletta a set cinematografico, più di qualche cittadino o limitrofo si è prestato come comparsa, lo provochiamo: si giochi anche lui la sua carta da protagonista sicuramente vincente, non importa se all’alba o al tramonto! Non conosciamo le sue intenzioni in vista delle prossime elezioni cittadine, per quanto ci riguarda valuteremo attentamente l’uscita dal limbo della sua “tranquillità”! In termini cinematografici guardiamo a lui come a “L’uomo dal cuore d’oro”(film di riferimento> L’uomo dal braccio d’oro, O.Preminger/ F.Sinatra), urbanamente Tranquillo (Un uomo tranquillo, J.Ford/J. Waine) ma non Assente (“L’uomo che non c’era”, Fratelli Cohen). Convinto invece qual è che “Un uomo finalmente è un uomo/ una bestia non è”! (B. Brecht)
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