Offese alla memoria di Desirée e ai familiari, condannata per diffamazione l’ avvocatessa Cestra

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Frasi offensive e lesive sia della dignità di Desirée Mariottini, la 16enne di Cisterna morta in circostanze drammatiche dopo essere stata violentata e drogata in un sito dismesso a via dei Lucani a Roma nell’ottobre 2018, che dei suoi familiari più stretti. Frasi pronunciate dall’avvocatessa del foro di Latina Maria Antonietta Cestra che ieri è stata riconosciuta colpevole di diffamazione e condannata ad un risarcimento di 10mila euro ciascuno nei confronti della madre della ragazza, Barbara Mariottini, e dei nonni materni Ottavio Mariottini e Patrizia Mazzoli oltre al pagamento delle spese legali.

La sentenza è stata emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma Emanuela Attura a conclusione del processo con rito abbreviato che vedeva come imputate la Cestra e la sua collega Margherita Matrella che avrebbe co-firmato la memoria difensiva di uno degli imputati ma che ha invece disconosciuto la firma sull’atto e per la quale è stato dichiarato il non luogo a procedere. “Se Desirée fosse stata a casa con i suoi familiari Yousif Salia non sarebbe stato in carcere – aveva dichiarato l’avvocatessa Cestra -; la condotta imputabile alla madre e ai nonni consiste nell’abbandono morale e materiale della minore incapace, esposta inevitabilmente ad una situazione di pericolo che ne ha messo a repentaglio l’incolumità”.

 


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