LATINA – Ricostruita in aula dagli uomini della scientifica la scena dell’uccisione di Massimiliano Moro nel processo a carico di Simone Grenga, Ferdinando Ciarelli, Antongiorgio Ciarelli Ferdinando Di Silvio che sono stati chiamati e rispondere di omicidio premeditato aggravato da futili motivi e metodo mafioso.

Davanti alla corte d’assise presieduta da Gian Luca Sona sono stati ascoltati alcuni investigatori della scientifica che parteciparono ai sopralluoghi nell’appartamento dove Moro fu ucciso il 25 gennaio 2011 in zona Q5.

Il killer avrebbe sparato due colpi di pistola che hanno colpita la vittima al collo e all’orecchio mentre era di spalle, con il viso rivolto verso la cucina. L’assassino doveva essere alto più di 1 metro e 80 cm e quando ha sparato si trovava ad una distanza di massimo 1 metro. Nessun segno di effrazione né ferita da colluttazione, a dimostrazione del fatto che Massimiliano Moro conosceva i suoi aguzzini.

Si torna in aula il 19 dicembre quando saranno ascoltati altri testi citati dal pubblico ministero della Dda Luigia Spinelli: per due di loro è stato è stato disposto l’accompagnamento coattivo poi dovrebbe essere la volta del collaboratore di giustizia Renato Pugliese, che all’epoca dei fatti era legato alla vittima.


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