Qualche vuoto di troppo al Salone San Francesco della Parrocchia Santissima Annunziata, location dell’atteso confronto tra i quattro candidati sindaci di Sabaudia, a poco più di dieci giorni dal voto amministrativo del 12 giugno.

Niente sold out, come nelle previsioni, complici forse la partita di supercoppa europea-sudamericana tra Italia e Argentina a Wembley o la serata prefestiva che invitava la gente a spendere il tempo libero altrove.

Mancava una sedia anche sul palco: quattro anziché cinque, come il numero degli aspiranti alla carica di primo cittadino del Comune, per la mancata partecipazione di Alberto Mosca, impossibilitato ad intervenire fisicamente, ma tuttavia ben presente in collegamento video da casa.

Poco dopo le 21,00 il via alle domande, uguali per ciascun concorrente, poste dai conduttori Federico Ginanneschi e Mauro Bruno.

Si è partiti dal motivo che ha mosso i cinque (Enzo Di Capua, Aberto Mosca, Maurizio Lucci, Giancarlo Massimi e Paolo Mellano) ad accettare la sfida. In tutti è emersa, seppur con sfumature diverse, la volontà di far ripartire Sabaudia, di sollevarla al livello delle più importanti località turistiche italiane, di farla rinascere, di riportare l’esperienza e l’entusiasmo al centro della politica, spinti da un amore sconfinato per la città in cui hanno scelto di vivere.

Poi alla ribalta sono saliti i temi relativi ad urbanistica, turismo, agricoltura, rapporti col Parco, lago di Paola, sanità, snellimento della burocrazia ed altri che toccano la sfera sabaudiana.

Ognuno, rispettando il minutaggio a disposizione, ha espresso serenamente la sua idea su come affrontare i non pochi e conosciuti problemi di Sabaudia prescrivendo, senza guasconeria né anticipati trionfalismi, la propria ricetta per lo sviluppo armonico della città.


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