Sabaudia. Il suo primo passato

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        Quanto abbiamo riso, noi intellettuali, dell’architettura del regime, sulle città come Sabaudia. Eppure adesso queste città le troviamo assolutamente inaspettate… si sente che sono fatte, come si dice un po’ retoricamente, a misura d’uomo.                                                         Pier Paolo Pasolini

Sabaudia. Il suo primo passato di Maria Pia Mambro è una composita monografia nella quale l’autrice ha raccolto sapientemente e con passione episodi originali, esperienze di vita significative, informazioni inedite, preziosi materiali e documenti storici, difficilmente reperibili e tenacemente recuperati, sul passato prossimo.

Un libro che raccoglie testimonianze, ricordi, tradizioni e costumi, storie di persone legate alla loro terra, alla giovane città di Sabaudia amata e alla comunità nella quale sono nate o vivono ormai da tempo e verso la quale avvertono un senso di gratitudine, di riconoscenza e di amore. Una Sabaudia, città del Novecento, descritta e narrata nelle sue origini, caratterizzate dall’immane impresa della bonifica, nel suo fascino di bellezza per l’architettura e per la natura rigogliosa circondata dal verde del Parco Nazionale.

Maria Pia Mambro nell’introduzione dichiara apertamente con estrema sincerità e pathos l’intento del suo scrivere: «trasformare le mie emozioni, i miei pensieri in parole così che possano arrivare al cuore e alla mente dei giovani e non vadano perdute», Traguardo certamente raggiunto con perizia e con soddisfazione.

Il libro, scandito in cinque capitoli con argomenti ben precisi (Arte in palude, Parco Nazionale del Circeo. Cocuzza: lestra importante, Primi pionieri in città, La seconda guerra mondiale, Sabaudia nell’animo degli artisti: vita culturale in città) rappresenta e racconta quel microcosmo di semplice vita quotidiana familiare, sociale di una comunità coesa intorno ai valori dell’onestà, della dignità del lavoro, dell’importanza della memoria.

Nel primo capitolo, Arte in palude, oltre a Leonardo da Vinci, il genio rinascimentale che nel 1514 tentò di progettare la bonifica della desolata Palude Pontina, sono ricordati gli artisti pittori italiani e stranieri dell’inizio Ottocento, come Bartolomeo Pinelli, Ernest Hébert. Arthur John Strutt, Giulio Aristide Sartorio, Enrico Coleman, Amedeo Bocchi, che hanno ritratto con le loro opere, dipinte ad olio, acquerello e tempera, scorci, panorami, paesaggi naturali e di vita sociale della campagna laziale e della palude pontina.

Il secondo capitolo, attraverso immagini suggestive e documenti, alcuni dei quali originali ed inediti, introduce il lettore nel recente passato inerente il Parco Nazionale del Circeo e la Cocuzza: lestra importante.

L’attenzione di Maria Pia, ricercatrice di eventi significativi del passato, nel mettere in risalto l’importanza della lestra, sottolinea nella precisa ricostruzione storica il valore dell’istruzione e della scuola, in particolare della “Scuola dei contadini delle Paludi Pontine”, istituita dal poeta Giovanni Cena, dal direttore Alessandro Marcucci, dalla filantropa tedesca Anna Fraentzel Celli, compagna dello scienziato malariologo, Angelo Celli, dalla scrittrice Sibilla Aleramo e dal poliedrico artista Duilio Cambellotti.

Molto interessante è il terzo capitolo, Nascita della città: i primi pionieri, arricchito da immagini e illustrazioni, riguardanti il “prima e il dopo la bonifica”, e soprattutto copie di pagelle e diplomi scolastici del periodo fascista.

Nei vari capitoli del libro l’autrice, oltre ad esaltare la bellezza della città per il mare, il lago, il parco, le dune, il promontorio, inserisce mini-biografie di personaggi che hanno avuto stretti rapporti con il territorio  come la musicista americana Justine Ward, il  brigante Giuseppe Mastrilli e il nonno Coriolano Caprara.

Nel quarto capitolo, La Seconda Guerra Mondiale, Maria Pia Mambro racconta,  attraverso fotografie d’epoca, immagini di attestati commemorativi, onorificenze e varie interviste a veterani, personaggi e testimoni di eventi tristi e luttuosi, la storia dei prigionieri italiani nelle isole Orcadi e altri episodi legati al periodo bellico della città di Sabaudia e del territorio costiero dei laghi: bombardamenti incessanti, costruzione di bunker sulla duna, zone minate, sgomberi forzati dalle abitazioni, perlustrazioni, requisizioni e razzie da parte dei tedeschi.

I diversi racconti del libro mostrano una particolare attenzione ai problemi della scuola, anche durante gli anni della guerra, e alle iniziative culturali artistiche sportive e turistiche che hanno fatto di Sabaudia, “la perla dell’Agro Pontino”, un luogo che ha attratto personaggi di rilievo della cultura e del cinema italiano come Alberto Moravia, Dacia Maraini, Gina Lollobrigida, Anita Ekberg, Emilio Greco e Bernardo Bertolucci.

Nell’ultimo capitolo i temi affrontati riguardano Sabaudia nell’animo degli artisti, la Vita culturale in città e le Attività creative nella scuola elementare “Cencelli”. Sono riportati brani poetici del giornalista Igor Man, della poetessa Gabriella Sobrino,  del professor Giuliano Manacorda, dei poeti Rodolfo Carelli e Renzo Ricchi, della scrittrice Dacia Maraini e altri ancora, senza dimenticare Pier Paolo Pasolini. Questi personaggi che hanno cantato con i loro versi le incantevoli bellezze di Sabaudia, città costruita “a misura d’uomo”, così definita da Pier Paolo Pasolini, l’atmosfera metafisica dei portici, le linee architettoniche delle piazze e delle torri, gli aspetti paesaggistici del lungomare e delle dune, i colori e le luci dei cieli delle albe e dei tramonti, i silenzi metafisici dei giardini, dei viali di pini e del Parco Nazionale del Circeo.   

Non mancano nel libro di Maria Pia Mambro, dedicato ai suoi alunni, tratti autobiografici che mostrano la sensibilità e l’originalità dell’insegnante che ha saputo caratterizzare la sua professionalità con una scrupolosa attenzione per l’infanzia affidatale, per la capacità di trasmettere entusiasmo per la conoscenza, la ricerca e l’attività creativa.

Il libro di Maria Pia affronta i vari argomenti con didattica lucidità e con semplicità di linguaggio lontano dal gergo specialistico. La scrittura semplice, scorrevole e diretta si caratterizza anche per alcune interessanti riflessioni che sembrano commentare il racconto come: «Non sappiamo ascoltare il linguaggio del fruscio delle foglie, del cinguettio degli uccelli, dello zampettare dei tanti animali, del silenzio come momento di meditazione».

È possibile concludere questa breve presentazione del libro di Maria Pia Mambro, Sabaudia Il suo primo passato, con le parole dello scrittore e poeta, Stanislao Nievo: «L’Agro Pontino (e si può tranquillamente aggiungere Sabaudia) prima di essere una regione geografica è la regione del cuore per chi è vissuto qui».


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