“Sindaca & Teatro” Realtà Non Utopia

57

La Raggi a Roma No l’Appendino a Torino SI’, comunque una donna sindaco senz’altro considerato che acume o perspicacia è donna! Guardando a una città come Latina, ad esempio, mi piace immaginare una Patrizia Amodio sindaca, presumo che declinerebbe l’invito o proposta eppure una tempra del genere gioverebbe a una città “smidollata” quale è codesta, città anomala per certi versi amorfa, forse “cloroformizzata” da governi improbabili, difformità o malformazioni cronicizzate fino alla più recente debolezza diffusa dovuta principalmente alla autoreferenzialità imperante di “color che mai fur vivi” con ogni beneficio d’inventario. Pertanto ci si ritrova a tutt’oggi ora come allora a piangere sui fiori appassiti, a reinventarci una città ancorché “nuova” direi “risuolata” eppur “sconsolata”! Le risorse, energie strategie esistono quel che manca è “l’occhio clinico” che per quanto acuto non può essere quello temporaneo di un Commissario bensì quello di chi è preposto al governo della città, ci vorrebbe piuttosto “lo sguardo di Ulisse” ossia una sguardo “ciclopico” a tutto tondo tale da far quadrare il cerchio che, purtroppo, da ultimo si è risolto in un “cerchio magico” senza magie, tutt’al più “pozioni” lenitive di breve durata di cui l’ultima, estenuante fatica d’Ercole il gran teatro! A riguardo avranno finalmente capito il senso e l’urgenza della gestione? Come auspicio per la riapertura della “caverna” personalmente avrei scelto una M ancor più autorevole del Morricone ossia Mozart allusivamente con “La clemenza di Tito” strizzando ironicamente e benevolmente l’occhio al nostro caro Clemente augurandoci che davvero clemente sia !
2. PRO VOLGARE ILLUSTRE > REALTA’ !
Ho in mente di avviare una campagna pro Volgare illustre onde scoraggiare l’infiltrazione e l’abuso di parole o locuzioni inglesi di cui la nostra lingua non ha davvero bisogno, d’accordo, sul versante economico-commerciale ma sul colloquiale No cui prodest ?! Ho già altre volte professato in mio “nazionalismo” linguistico a difesa, appunto, di quel Volgare valgano in proposito alcune righe di Elias Canetti:< Nessuna lingua è tanto intrisa di superbia come l’inglese. Sarebbe bello fare i confronti e sapere come fossero soliti parlare i romani dopo vari secoli di potere; a questo non si arriverà mai. Ma fra le lingue che si parlano oggi, quella degli inglesi è la superbia incarnata. Le sue parole sono messe in fila come bacchette; non risuonano troppo alte né troppo profonde. Le frasi possono essere spezzate in qualsiasi punto, come bacchette; irraggiano un senso di sicurezza e di superiorità, come un’aria di famiglia o di clan, che non ha niente a che fare con i meriti e le qualità del singolo […] Ogni asserzione, nella sua apparente asciuttezza, è una sentenza; il giudicare ha interamente divorato il linguaggio [ …] In inglese non si dice tanto male degli altri; o, più esattamente, il male che si dice potrebbe anche essere detto di ogni altro, e quindi non risulta astioso. La fredda affettazione di nobiltà dell’inglese nella sua lingua è inimitabile… >
(Elias Canetti, La provincia dell’uomo)
E non si insista più del dovuto sullo stanco “affratellamento” Dante-Shakespeare, a riguardo si mantengano prego le dovute distanze!
Piuttosto nella scuola si introduca il tedesco specie al liceo Classico per la consonanza di detta lingua col greco, in altri ordini di scuole tra cui il Linguistico utile alla lettura in originale di testi/autori notevoli tra cui Goethe che sebbene tradotto anche dal Croce in originale è ineguagliabile altrimenti suona come un Leopardi letto in dialetto paesano che non guasta, per carità, ma altra cosa è! ( ( (gimaul)

 


News-24.it è una testata giornalistica indipendente che non riceve alcun finanziamento pubblico. Se ti piace il nostro lavoro e vuoi aiutarci nella nostra missione puoi offrici un caffè facendo una donazione, te ne saremo estremamente grati.



Articolo precedentePrecipita con il parapendio contro le rocce, ferito un 66enne
Articolo successivoDegrado, sporcizia e pericolo alle case popolari di via Guardapasso: il grido d’allarme dei residenti inascoltato da anni