Traviata Sontuosa e Barocca

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Il fine del poeta,scriveva il Marino, dev’essere la meraviglia,il Barocco fa leva sul meraviglioso e lo stupore salvo a non scadere nella paccottiglia. L’idea di Zeffirelli di con-fondere teatro,cinema,pittura è particolarmente vincente nel teatro d’opera dove la finzione -la “cartapesta”- deve abbagliare spudoratamente. Grande lo spettacolo in arena (Verona), una per lo più fedele trasposizione di quel suo vecchio,bellissimo film (La Traviata) recentemente trasmesso dalla tv. Che aveva il valore aggiunto di interpreti straordinari tra cui la Stratas, non convincenti nell’ultima regia del Maestro (probabilmente non li ha scelti lui). Una statuina di Capodimonte Violetta,specie nella prima parte,linda e pinta,né fisico del ruolo né interpretazione (non m’è parsa un soprano drammatico); si è riscattata nella scena dell’agonia ma lì era più facile; buona la voce, un ablativo assoluto (sciolto dal contesto cioè dalla interpretazione). Dell’Alfredo, poi, non parliamone, un bamboccione vocalmente dotato, fisicamente svuotato (del ruolo). Per fortuna a risollevare le sorti è arrivato Germont, ossia Leo Nucci (un “Rigoletto” storico, magnifico), che nel duetto con Violetta,nella casa di campagna, ha dato il colore del dramma prossimo venturo. Purtroppo alcuni “attacchi” di lei sono scivolati in fretta: l’Amami Alfredo -uno dei più laceranti gridi d’amore che siano usciti dalla bocca di una donna: così G.Debenedetti nei suoi Saggi critici (Verdi)-, il difficilissimo “E’ tardi”. Vidi una Traviata a Verona tanti anni fa, con Renata Scotto,bravissima; un’altra con la Devia,avvincente e convincente; con la Cabaille, la cui voce ridimensionava persino il suo fisico (!),insomma, Traviate dalla testa ai piedi. Zeffirelli ha concepito una Traviata fastosamente infausta nel suo tragico destino, un fasto con un che di lugubre in filigrana. Contraddetto dall’azzeccato incipit dell’opera, decisamente in tema,una esplicitazione dello struggente preludio. Se solo l’Italia comprendesse che il Melodramma è uno dei più vitali aspetti della cultura nazionale. Macché, niente a che vedere col calcio e le faraoniche, sontuosamente debordanti partite, esse sì un capo d’opera, dunque, nazional-popolari con effetti speciali…. Fanno scuola! (gmaul)


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