LATINA- A volte ritornano, con convinzione. E’ il caso del popolare coach pontino Aberto Brogialdi che vuole tornare a sedere in panca, quella dei palazzetti.  Due promozioni di serie B d’eccellenza nella stessa città – Virtus e Ab Latina Cuomo – , una a Ferentino. Le ha ottenute solo Alberto, da dieci anni fuori dal mondo della palla a spicchi che solo sino a pochi giorni fa seguiva con un certo distacco.  Il magazine Superbasket gli dedicò un ampio servizio. Alberto ha guidato quintetti di Terracina, Cisterna, Civitavecchia, Ostia Lido, San Severo, Fondi, Virtus Latina, Ferentino, Fabriano, Ruvo di Puglia, Bernalda, Palestrina femminile, Venere femminile. Tante le promozioni conquistate in una lunga carriera. Ogni settimana- anni fa-

percorreva 350 chilometri per raggiungere Fabriano, la città delle cartiere,

dove per due anni consecutivi ha condotto al porto sicuro

della salvezza la “Mediterranea”, una squadra che ha rivitalizzato. Brogialdi ha il basket nel sangue, da sempre. Il padre, Franco, lo conoscono tutti. E’ un ex meccanico di classe, specializzato in Alfa Romeo, grande

amico di Santino Palumbo, lo ha avviato ai cesti fin da bambino. Non manca mai al PalaBianchini, vede partite ed allenamenti. Il”Brogio” – con una capigliatura da capellone anni ’70 – cominciò sul

campo all’aperto dell’Immacolata in compagnia del suo amicone Luigi

Ascenzi, una coppia di inseparabili. Alberto pensò subito a destreggiarsi

nel tiro da fuori, non gli piaceva correre ma preferiva una comoda

mattonella per mitragliare a piacimento. Brogialdi – diplomatosi ragioniere al

Vittorio Veneto – si è sposato giovanissimo ad appena diciassette anni

con la dolce Patricia, insegnante di religione al Liceo Scientifico Grassi.

Le avventure cestistiche di Alberto sono sempre state al centro dell’attenzione.

Era capace di segnare trenta punti il mercoledì e fare “virgola”

la domenica. In un acceso derby Cadetti con il Cisterna, al pallone del Circolo

Cittadino  – nel 1975 – mise a segno quarantadue punti. Il settimanale “Pontin

Sportivo” titolò: “Brogialdi si maschera da Morse”.  Aveva imitato

l’angelo biondo di Varese degli anni di platino della Ignis. Alberto si arrabbiava

quando giocava poco, a tal punto da lasciare l’AB Latina per passare

alla Pallacanestro Latina di Marcello Zanda e Pino D’Alessandro che lo schierò subito

in serie D.  Fece canestri con un campioncino proveniente da Gorizia

di nome Raida che faceva fare salti di gioia agli spettatori che gremivano

la tribunetta davanti al bar Turi Rizzo dove ogni domenica trovava

posto l’attrice Dalila Di Lazzaro, fidanzata fedele del playmaker

Stefano Pirro, un belloccio borghese proveniente dalla Stella Azzurra Roma.

Nel 1977 – a soli diciotto anni – Brogialdi ha deciso di cominciare la

carriera di allenatore, guidando la formazione femminile del Trofeo

Propaganda della Cestistica Latina. Condusse le ragazzine pontine ad

un’ eccellente affermazione sul campo dell’Antida Sora, una squadra

gestita da suore Orsoline che non gradivano certi gesti dalla panchina

da parte del focoso tecnico. Per qualche tempo i rapporti

tra il Brogio e le “sorelle” non furono idilliaci. La riconciliazione

avvenne in una pasticceria di Sora davanti a  babà e pastarelle. Alberto continuò

a giocare per qualche anno, terminando la carriera con il Cos Latina, in

Promozione. Cominciò a frequentare i corsi da allenatore girando

l’Italia, dalle rocce di Bormio al mare di Messina. Qualche vacanza

anche nei Caraibi, insieme ai tecnici Renato Sabatino, Giuseppe

Pasquali, al general manager Enzo Garsia, al giocatore del Latina

Calcio Mauro Spada. Molti paesi stranieri si sono interessati ad

Alberto. Gli Emirati Arabi gli hanno proposto un contratto principesco,

tramite un certo Mustafà che, dimenticando il fuso orario, gli telefonava

alle tre di notte. A Malta poteva inserirsi ma ha preferito il Bel Paese.

I suoi capolavori li ha realizzati a Latina. Si può dire sia stato profeta

in patria. E’un coach che ama la difesa, il suo marchio di fabbrica indelebile. In panchina cambia spesso soluzioni, cerca di dare una svolta improvvisa con veri e propri scossoni che mandano in tilt gli avversari. Non è poco. Il suo palmares parla chiaro: sei promozioni,

quattro campionati giovanili vinti. Adesso ha di nuovo voglia di basket, gli manca il suo mondo naturale . Chi sarà il primo a proporgli un contratto?  Saremo in tribuna a tifare.

 


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Paolo Iannuccelli è nato a Correggio, provincia di Reggio Emilia, il 2 ottobre 1953, risiede a Nettuno, dopo aver vissuto per oltre cinquant'anni a Latina. Attualmente si occupa di editoria, comunicazione e sport. Una parte fondamentale e importante della sua vita è dedicata allo sport, nelle vesti di atleta, allenatore, dirigente, giornalista, organizzatore, promoter, consulente, nella pallacanestro. In carriera ha vinto sette campionati da coach, sette da presidente. Ha svolto attività di volontariato in strutture ospitanti persone in difficoltà, cercando di aiutare sempre deboli e oppressi. É membro del Panathlon Club International, del Lions Club Terre Pontine e della Unione Nazionale Veterani dello Sport. Nel basket è stato allievo di Asa Nikolic, il più grande allenatore europeo di tutti i tempi. Nel giornalismo sportivo è stato seguito da Aldo Giordani, storico telecronista Rai, fondatore e direttore della rivista Superbasket. Attualmente è presidente della Associazione Basket Latina 1968. Ha collaborato con testate giornalistiche locali e nazionali, pubblicato libri tecnici di basket e di storia, costumi e tradizioni locali Ama profondamente Latina e Ponza, la patria del cuore.