Ancora altre cinque vittime di lavoratori, questa volta per il non rispetto della sicurezza chimica

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L’ennesima strage di lavoratori – esattamente cinque con un sesto in gravi condizioni – avvenuta a Casteldaccia, un comune della provincia di Palermo, indica che anche la sicurezza in campo chimico non viene presa in considerazione come invece si dovrebbe, in quanto esistono sostanze chimiche che, a determinate concentrazioni nell’aria, hanno proprietà tossiche e nocive. In questo caso sembra chiaro che la causa della morte di questi lavoratori sia dovuta ad un’alta concentrazione di acido solfidrico.

L’acido solfidrico (noto anche con il nome di idrogeno solforato o idruro di zolfo, mentre nella nomenclatura internazionale IUPAC è denominato solfuro di di-idrogeno) ha formula molecolare H2S (H = idrogeno e S = zolfo). Esso, a temperatura ambiente, è un gas incolore,  di cui si percepisce a basse concentrazioni (4,7·10-3 ppm) il caratteristico odore nauseabondo di “uova marce”, ed ha una solubilità in acqua pari 4,0 g/L a 20°C, rendendo il pH (acidità) della soluzione pari a 4,5. A concentrazioni elevate ( >100 ppm) paralizza l’olfatto e ciò lo rende insidioso e pericoloso.

L’acido solfidrico è il prodotto, grazie alla presenza di particolari batteri, della degradazione anaerobica (in carenza o assenza di ossigeno) in ambiente riducente – come quello delle fogne in cui le acque sono stagnanti e l’ossigeno è presente in quantità ridotta o assente -, delle sostanze organiche nella cui composizione è presente zolfo, come gli amminoacidi cisteina (C3H7NO2S) e metionina (C5H11NO2S) (Gli amminoacidi sono i componenti delle proteine, costituenti fondamentali degli organismi viventi).

Nel caso di interventi  su acque di fogna e comunque stagnanti, i lavoratori devono essere informati sulla presenza di sostanze organiche – costituite prevalentemente dal carbonio C e in misura minore da azoto N e zolfo S – che per la carenza o l’assenza di ossigeno, possono produrre, a causa della presenza di batteri specifici, in particolar modo, gas: il metano CH4, l’ammoniaca NH3, l’acido solfidrico H2S. Inoltre, l’informazione deve riguardare le regole di prevenzione riportate nelle rispettive schede di sicurezza e, nel caso specifico, in quella dell’acido solfidrico dotandoli individualmente dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie, dopo aver eseguito un’opportuna ventilazione e aspirazione localizzata dell’ambiente da ispezionare. E ciò perché l’acido solfidrico è un veleno ad ampio spettro. Ad alte concentrazioni, intorno a 100 ppm, per inalazione esso paralizza il nervo olfattivo rendendo impossibile la percezione del suo odore caratteristico, causando incoscienza in pochi minuti e inibendo la respirazione da cui il sopraggiungere della morte.

Un parametro che viene raccomandato nelle schede tecniche delle sostanze chimiche aerodisperse è il TLV (Threshold Limit Value – Valore Limite di Soglia) che indica la concentrazione ambientale di una sostanza chimica presente nell’aria al di sotto della quale si ritiene che la maggior parte dei lavoratori possa rimanere esposta ripetutamente giorno dopo giorno, per una vita lavorativa, senza alcun effetto negativo per la salute.Ci sono tre diversi parametri di TLV: TLV – TWA (Time-Weighted Average – media ponderata nel tempo); TLV – STEL (Short-Term Exposure Limit  – limite di esposizione a breve termine) e TLV – C (Ceiling – limite massimo).

A tal riguardo sarebbe profondamente importante ai fini educativi, dato che in tutte le scuole di secondo grado si insegna chimica con l’uso del laboratorio, far sapere  e apprendere agli studenti il contenuto delle schede tecniche delle sostanze chimiche, che potrebbe ritornare utile e importante non solo in campo lavorativo ma anche in ambiente domestico dove l’uso di svariate sostanze chimiche o loro soluzioni non corretto potrebbe risultare pericoloso.

Francesco Giuliano

⁎ Il ppm (parti per milione) è l’unità di misura che equivale al rapporto tra quantità di un milione a uno ed è usata per bassi livelli di concentrazione di una sostanza e il suo valore esprime la quantità assoluta frazionale moltiplicata per 1.000.000 (= 106).


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Giuliano Francesco, siciliano d’origine ma latinense d’adozione, ha una laurea magistrale in Chimica conseguita all’Università di Catania dopo la maturità classica presso il Liceo Gorgia di Lentini. Già docente di Chimica e Tecnologie Chimiche negli istituti statali, Supervisore di tirocinio e docente a contratto di Didattica della chimica presso la SSIS dell’Università RomaTre, cogliendo i “difetti” della scuola italiana, si fa fautore della Terza cultura, movimento internazionale che tende ad unificare la cultura umanistica con quella scientifica. È autore di diversi romanzi: I sassi di Kasmenai (Ed. Il foglio,2008), Come fumo nell’aria (Prospettiva ed.,2010), Il cercatore di tramonti (Ed. Il foglio,2011), L’intrepido alchimista (romanzo storico - Sensoinverso ed.,2014), Sulle ali dell’immaginazione (NarrativAracne, 2016, per il quale ottiene il Premio Internazionale Magna Grecia 2017), La ricerca (NarrativAracne – ContempoRagni,2018), Sul sentiero dell’origano selvatico (NarrativAracne – Ragno Riflesso, 2020). È anche autore di libri di poesie: M’accorsi d’amarti (2014), Quando bellezza m’appare (2015), Ragione e Sentimento (2016), Voglio lasciare traccia (2017), Tra albori e crepuscoli (2018), Parlar vorrei con te (2019), Migra il pensiero mio (2020), selezionati ed editi tutti dalla Libreria Editrice Urso. Pubblica recensioni di film e articoli scientifici in riviste cartacee CnS-La Chimica nella Scuola (SCI), in la Chimica e l’Industria (SCI) e in Scienze e Ricerche (A. I. L.). Membro del Comitato Scientifico del Primo Premio Nazionale di Editoria Universitaria, è anche componente della Giuria di Sala del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2018 e 2019/Giacarlo Dosi. Ha ricevuto il Premio Internazionale Magna Grecia 2017 (Letteratura scientifica) per il romanzo Sulle ali dell’immaginazione, Aracne – NarrativAracne (2016).