Con l’ordinanza numero 287 del 6 luglio 2022, l’amministrazione comunale di Aprilia invita la cittadinanza razionalizzazione del consumo di acqua potabile e divieto di uso improprio. Il provvedimento punta ad un uso responsabile della risorsa idrica, si è reso necessario
vista la crisi idrica che tutto il paese sta attraversando e visto il recente decreto del
Presidente della Regione Lazio con il quale si è proclamato lo stato di calamità
naturale per l’intero territorio regionale. “Mi rivolgo al senso civico dei
cittadini, ha accompagnato l’ordinanza il primo cittadino Antonio Terra, facciamo un
uso oculato della risorsa idrica ed evitiamo inutili sprechi. Stiamo attraversando una
fase di siccità ed è importante regolare di conseguenza i nostri comportamenti. Con
piccoli gesti quotidiani, tutti insieme, possiamo determinare un risparmio
significativo di una risorsa così importante”. L’ordinanza, che resterà in vigore fino al
30 novembre 2022, come indicato nel decreto regionale, prevede il divieto di utilizzo
dell’acqua potabile erogata dall’acquedotto pubblico nei seguenti casi:
riempimento delle piscine; irrigare orti, giardini, prati e campi sportivi privati, lavare strade, selciati e qualsiasi altro utilizzo non strettamente riconducibile all’uso personale; il
prelievo di acqua da fontane pubbliche per usi non diretti ed immediati, per riempire
cisterne o botti, per rifornire locali privati mediante l’utilizzo di tubi di gomma, il
lavaggio di veicoli privati, ad esclusione di quello svolto dagli autolavaggi; il
lavaggio di aree cortilizie e spazi privati; il riempimento di fontane ornamentali,
vasche da giardino, piscine private, anche se dotate di impianto di ricircolo
dell’acqua; prelevare acqua dalle fontane pubbliche se non per gli usi cui tali prese
sono destinate; altri utilizzi impropri e comunque diversi dalle normali necessità
domestiche ed igieniche, nonché delle attività regolarmente autorizzate e per le quali
necessità l’uso di acqua potabile .Le infrazioni ai divieti saranno punite con
l’applicazione di una pena pecuniaria che va da un minimo di € 25,00 ad un massimo
di € 500,00, come disposto dalla legge.
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