“Aspromonte – La terra degli ultimi”, un film drammatico che esprime con profonda amarezza le condizioni sociali della gente del sud

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Titolo: Aspromonte – La terra degli ultimi

Regia: Mimmo Calopresti

Soggetto: Pietro Criaco (dal romanzo Via dell’Aspromonte, ed. Rubbettino)

Sceneggiatura: Mimmo Calopresti, Monica Zappelli

Musiche: Nicola Piovani

Produzione Paese: Italia, 2019

Cast: Valeria Bruni Tedeschi, Marcello Fonte, Sergio Rubini, Marco Leonardi, Romina Mondello, Francesco Colella, Carlo Marrapodi,  Fabrizio Gifuni, Elisabetta Gregoraci, Fulvio Lucisano, […]

Africo, arroccato su una collina dell’Aspromonte da cui si vede il mare, è il paese della perduta gente, cadente, senza strade, senza colori, fangoso, sudicio, senza speranza. È il 1951 quando arriva una maestra comasca Giulia (Valeria Bruni Tedeschi) per dare un’istruzione di base ai bambini della comunità. Volontariamente lo ha fatto: Le altre maestre sono state mandate. Io ho scelto di venire qui. Ella viene accompagnata dal poeta del paese, Ciccio Italia (Marcello Fonte), un sognatore che pensa di costruirsi una casa per la morte contrariamente a tutti gli altri che invece vogliono costruirsi una casa per la vita. Egli conserva nel suo animo la filosofia, il modus vivendi e quella cultura antica, quella della Magna Grecia, che hanno posto le basi della civiltà moderna, non solo della Calabria ma del mondo intero. Ed esprime il sentimento del meridionale sfiduciato e aggrappato alle sue origini dove si studia per passione, mica perché serve a qualcosa.

Dopo la fine della seconda guerra mondiale, la povera gente di Africo non ha visto il progresso che invece c’è stato altrove. È rimasta isolata da tutto, solo la vista del mare le è stata concessa per la sua posizione geografica. Eppure in essa c’è tanta voglia di lavorare, di emanciparsi, di cambiare e di migliorare il proprio status quo, ma ad Africo non c’è la luce elettrica, non c’è una strada, non c’è un medico, non c’è niente che possa risollevare la loro sorte. C’è addirittura il prefetto a Marina che fa, dal pulpito della sua autorità, delle promesse sapendo di non poterle mantenere. Sia lui che, a suo dire, applica la legge sia il prepotente di Africo, il violento don Totò (Sergio Rubini), si oppongono ciascuno per il proprio verso, alla costruzione di una strada che possa collegare il paese alla Marina per poterla raggiungere rapidamente. Eppure l’intera comunità, dai bambini ai grandi, capeggiata da Peppe (Francesco Colella) coadiuvato da Cosimo (Marco Leonardi), inizia a costruire quella strada che per loro tutti rappresenta la speranza, la salvezza, la voglia di riscatto, l’uscita dall’isolamento, il mezzo per conoscere altra gente e ampliare la propria cultura conoscendone anche altre, la ricerca di un futuro migliore. Africo con quella strada vuole entrare nel mondo, in quel mondo che fino a quel momento gli è stato interdetto, perché vuole collegarsi con l’ospedale, la scuola, la farmacia, e tutto il resto. La stessa maestra Giulia, che condivide in pieno l’iniziativa, dice ai suoi alunni che se Africo entrerà nel mondo grazie alla strada, i ragazzi dovranno conoscerlo prima, imparando a leggere e a scrivere. Questo film – dice il regista – è un western atipico sulla fine di un mondo e sul sogno di cambiare il corso degli eventi grazie alla voglia di riscatto di un popolo. Esso rappresenta la metafora della questione italiana del meridione mai risolta sin dall’unificazione dell’Italia del 1860, sia perché l’applicazione delle leggi, da una parte, è molto sfumata perché richiede tempi lunghi, sia perché i prepotenti (leggi mafia, ndrangheta, ecc.), dall’altra, si oppongono con violenza e arroganza a qualsiasi innovazione, per mantenere lo status quo che gli assicura ampia sudditanza e disponibile manovalanza a basso costo.

Il regista, che ama il cinema verità, ha scelto tra gli attori principali Valeria Bruni Tedeschi, il suo feticcio, Marcello Fonte, il dogman diventato poeta, il versatile Sergio Rubini, e anche lo stesso maestro Nicola Piovani, che, oltre ad essere molto bravi, hanno tutti ottenuto premi per interpretazioni in altri film.

Filmografia

La seconda volta (1995), La parola amore esiste (1998), Preferisco il rumore del mare (2000), La felicità non costa niente (2003), L’abbuffata (2007), La fabbrica dei tedeschi (2008), Uno per tutti (2015).

Francesco Giuliano


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Giuliano Francesco, siciliano d’origine ma latinense d’adozione, ha una laurea magistrale in Chimica conseguita all’Università di Catania dopo la maturità classica presso il Liceo Gorgia di Lentini. Già docente di Chimica e Tecnologie Chimiche negli istituti statali, Supervisore di tirocinio e docente a contratto di Didattica della chimica presso la SSIS dell’Università RomaTre, cogliendo i “difetti” della scuola italiana, si fa fautore della Terza cultura, movimento internazionale che tende ad unificare la cultura umanistica con quella scientifica. È autore di diversi romanzi: I sassi di Kasmenai (Ed. Il foglio,2008), Come fumo nell’aria (Prospettiva ed.,2010), Il cercatore di tramonti (Ed. Il foglio,2011), L’intrepido alchimista (romanzo storico - Sensoinverso ed.,2014), Sulle ali dell’immaginazione (NarrativAracne, 2016, per il quale ottiene il Premio Internazionale Magna Grecia 2017), La ricerca (NarrativAracne – ContempoRagni,2018), Sul sentiero dell’origano selvatico (NarrativAracne – Ragno Riflesso, 2020). È anche autore di libri di poesie: M’accorsi d’amarti (2014), Quando bellezza m’appare (2015), Ragione e Sentimento (2016), Voglio lasciare traccia (2017), Tra albori e crepuscoli (2018), Parlar vorrei con te (2019), Migra il pensiero mio (2020), selezionati ed editi tutti dalla Libreria Editrice Urso. Pubblica recensioni di film e articoli scientifici in riviste cartacee CnS-La Chimica nella Scuola (SCI), in la Chimica e l’Industria (SCI) e in Scienze e Ricerche (A. I. L.). Membro del Comitato Scientifico del Primo Premio Nazionale di Editoria Universitaria, è anche componente della Giuria di Sala del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2018 e 2019/Giacarlo Dosi. Ha ricevuto il Premio Internazionale Magna Grecia 2017 (Letteratura scientifica) per il romanzo Sulle ali dell’immaginazione, Aracne – NarrativAracne (2016).