Elezioni 2018: “Per coerenza, vince Sciscione”

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Terracina – “Terracina ai terracinesi”, “Uniti e Liberi”, “Fieri Uniti e Liberi” con le altre decine di slogan propinati in quantità industriale alle recenti elezioni amministrative, sono miseramente naufragati nel procelloso mare della spicciola ovvietà propagandistica dei FDI e soci.

Il fronte compatto dei vincitori di allora, che indicava un solo candidato alle regionali 2018, si è completamente sfaldato, disintegrato per meri interessi partitici , di posizione, di rendita e di opportunità future.

Per i Fratelli d’Italia, le politiche e le regionali sono state, al di là di quello che affermano, orfane dei desiderata della vigilia.

La sig.ra Meloni si spendeva per la leadership del centrodestra: la prima donna Premier della storia della Repubblica, diceva!

Peccato abbia rimediato solo uno straordinario 4equalcosapercento.

Passando per Latina, leggiamo della sòla propinata a Nicola Calandrini, spostato all’ultimo minuto da un collegio all’altro, per finire in terza posizione al senato.

Per giungere al trionfalistico dato elettorale conseguito dai FDI di Terracina, il cui candidato di punta alle regionali, prima della fine del conteggio delle schede, firmava un comunicato stampa di “resa”, costatata la matematica certezza di non essere eletto.

Ci impegniamo infine nello scrivere poche righe per la non certo esaltante figura elettorale patita dalla candidata alla camera dei deputati, sostenuta dal gruppo di governo locale di FDI.

Facendo i conti della serva e rispetto ai bellicosi propositi dell’Essere Fieri e Uniti, ancora una volta Terracina ha bucato l’elezione, in un posto politico che conta, di un terracinese di nascita certa e provata fede.

I concorrenti in campo (terracinesi) Sciscione, Caringi e Pernarella, hanno ottenuto tutti insieme la miseria di 6.015 voti, a dispetto dei 24.986 votanti, con un disavanzo destinato ai FORESTIERI di ben 18.971 voti, oltre alle migliaia di desaparecidos che a votare non ci sono andati.

Ecco dunque il brillante risultato di chi faceva – a chiacchiere – della terracinesità un valore aggiunto, per aggregare il popolo sovrano e votante del territorio comunale sotto un’unica bandiera possibile, per contare sui tavoli importanti: regionali, nazionali ed europei (nel prossimo futuro).

Ecco i frutti del divide et impera.

Ecco i brillanti effetti di un’amministrazione che è in minima parte espressione della vera maggioranza dell’elettorato terracinese.

Pertanto si può tranquillamente affermare che l’unico vincitore – sconfitto di questa tornata elettorale regionale è Gianfranco Sciscione, che individuando l’ignavia dei FDI si spostava sotto le insegne di Pirozzi.

I suoi 1796 voti che i terracinesi gli hanno tributato sono la vera espressione di quel popolo che non si vende a nessuno e per nessuna ragione e sa stare ai patti concordati.

E il meglio deve ancora (per i soci dell’amministrazione comunale) venire.

Nel prossimo futuro si prevedono turbolenze per i “solisti senza paracadute” che siedono sulle sedie giuntali?

Forse, per il luttuoso evento è prematuro parlarne, ma un giro di valzer tra gli assessori è più che probabile nel breve periodo.

 


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