Festa del 2 Giugno, il discorso del Prefetto di Latina Maurizio Falco

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In occasione della ricorrenza del 2 Giugno, il Prefetto di Latina, Maurizio Falco, ha tenuto il tradizionali discorso ai presenti ed, in generale, a tutti i cittadini della provincia di Latina. Un discorso denso di significati e che vi riportiamo in maniera integrale.

«Autorità civili, militari, religiose, signori e signore, comunità pontina. Come sempre il 2 giugno, secondo tradizione, è il momento più alto di confronto con la cittadinanza.

Per me il saluto di benvenuto alla Festa della Repubblica è alla terza edizione. Devo dire che il sentimento della rappresentanza si fa più orgoglioso e sempre più carico, allo stesso tempo, di responsabilità.

Se guardiamo agli ultimi due anni possiamo dire che, insieme, a voi, ed in particolare alla “squadra dello Stato” – quegli instancabili uomini in divisa che oggi onorano questa piazza – abbiamo dovuto giocare molto “in difesa”.

Ma non sono mancati risultati e manifestazioni di impegno eccellenti.

Proponendoci soprattutto con:
l’azione del controllo e della tutela della salute che ha imposto misure inaudite prima;
Il sostegno alla regolarità delle gestioni amministrative nei comuni;
la risposta emergenziale a salvaguardia del territorio e della sua integrità fisica;
la coesione sociale minacciata anche dalle crisi aziendali,
la tutela generale della comunità dai fenomeni di criminalità ed illegalità diffusa o organizzata.

Abbiamo interagito insieme a Sindaci, Autorità sanitarie e Responsabili della Sanità Territoriali e Regionali, Istituzioni della Scuola e della Regione, Protagonisti della politica, sindacali, culturali, imprenditoriali.

Ed ancora con i nostri alti rappresentanti religiosi che costantemente rilanciano il messaggio della fede, invitando a non sprecare questo prezioso carburante della crescita nella convivenza civile;

Sono moniti validi per tutti, credenti o meno, per riconquistare una Pace che — lo abbiamo letto nelle interviste di queste ultime ore anche al Capo dello Stato – non è solo assenza fisica della Guerra.

Oggi, comunque, è il momento di “Giocare in attacco”, proponendo e ricostruendo in fretta laddove ci sono fratture, o anche solo frizioni sociali, con tutta la potenza del nostro rinomato genio, ricostruendo bene e nello stesso tempo consolidando l’edificio della democrazia.

Gli ultimi eventi tragici dell’Emilia Romagna sono un esempio ahimè tanto della nostra incredibile solidarietà nell’emergenza, quanto dei nostri deficit strutturali nella programmazione.

Un’immagine su tutte è quella dei canali ostruiti ed i letti dei fiumi sempre più ricchi di detriti che ostruiscono la corsa delle acque.

Non si può più rimanere fermi con il motore imballato dai problemi atavici perché si ha paura di avanzare sulla strada del futuro.

Guai a restare fermi ora che il mondo riaccelera e si riorganizza sulle spoglie di una globalizzazione – che forse è esagerato dire sconfitta – ma che certamente appare segnare il passo per carenza di fiducia collettiva.

Oggi, si deve ripartire senza inutili distinguo di parte: accettando la sfida dell’innovazione e del progetto comune (e comunitario).

Basato su di un’economia nuova nata dall’uscita dal COVID ma che offre opportunità eccezionali di rilancio al Sistema paese solo a patto di coglierle nei tempi dati, schivando con abilità i “campi minati” di una guerra Incredibile che ancora incombe nel cuore d’Europa.

Cerchiamo di raggiungere uno storico obiettivo per il quale nessuno potrà attribuirsi meriti esclusivi di un auspicato successo tutto da solo;

Così come nessuno potrà additare le colpe di un eventuale fallimento soltanto a chi c’era prima di lui.

Passare dunque all’attacco rispetto ad una narrazione che si limita alla mera denuncia dei pericoli esistenti, (io direi noti e pre-esistenti) su cui si consuma la fama di troppi analisti in poltrona (alcuni assurti a dignità di veri e propri sciamani) e si discute veramente su poche proposte progettuali condivise ed applicabili.

Il paese ha bisogno di ritrovarsi con le sue migliori capacità: alcune straordinarie sono presenti proprio nella nostra provincia. E di puntare quindi sulla programmazione di futuro abbandonando ogni
difesa ideologica dell’esistente. Per una veloce amministrazione, la strada è l’abbandono dell’inerzia di competenze spesso fini a se stesse e idonee a segnalare solo l’esistenza in vita di apparati pubblici o privati.

Un interscambio collaborativo tra istituzioni e competenze, anche private, che vadano insieme alla conquista, più che all’attacco, dei traguardi che nuove risorse europee stanno veicolando qui.

E non ci sono alibi sufficienti per rimandare la sfida. Esiste dunque solo la possibilità di stringere immediatamente i bulloni della cooperazione racchiusa nei cerchi concentrici di una Governance territoriale e centrale, e nel dialogo con quella delle Istituzioni Europee.

Questo dinamismo porterà in tempi brevi Latina al centro di un progetto di rilancio di investimenti in diversi settori dell’economia, della cultura, del turismo, di cui si potranno avvalere non solo i cittadini di questa provincia, ma anche quelli dell’intera regione e del Paese.

Si tratta adesso di non perdere le opportunità, così ben ricercate e costruite, facendosi trovare preparati sotto il profilo delle infrastrutture, soprattutto della mobilità e della comunicazione, ma anche della ospitalità e dell’accoglienza, coniugando esigenze dell’economia a quelle ambientali e di quella coesione sociale, che rappresenta da sempre il carburante essenziale di una Comunità moderna».


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