FORMIA – La conferenza stampa tenuta dall’amministratore unico della “Futuro Rifiuti Zero” di Formia, Raffele Rizzo sta avendo non poco clamore.

Ad inizio settimana il dottor Rizzo ha tenuto una conferenza stampa dai toni durissimi dove denunciava delle gravissime incongruenze sulle modalità di smaltimento dei rifiuti. A pochi mesi dalla sua nomina sembrerebbe non aver potuto far altro che far presente questa situazione.

Con recente sentenza dell’11 novembre 2021 (causa C-315/20), la Corte di Giustizia Europea torna a pronunciarsi sul tema dei rifiuti urbani non differenziati sottoposti a un trattamento meccanico. In particolare, la Corte precisa che, in base al regolamento (CE) n. 1013/2006 del 14 giugno 2006, i rifiuti urbani non differenziati che siano stati classificati sotto la voce 191212 del CER a seguito di un trattamento meccanico per il loro recupero energetico (che non ne ha però alterato le proprietà iniziali), devono essere considerati come rifiuti urbani differenziati provenienti da raccolta domestica e, per questa ragione l’autorità competente può opporsi alla loro spedizione.

La sentenza in questione spiega un principio, a volte disatteso, ma che sarebbe bene tenere a mente: il trattamento di un rifiuto, da solo, non implica l’alterazione delle sue proprietà originarie.

Effettuare un trattamento non è condizione sufficiente per cambiare la codifica di un rifiuto che può variare se, e solo se, ad essere alterate sono le proprietà originarie del rifiuto stesso.

In virtù di tutto ciò, dunque, secondo Rizzo la società in house del Comune di Formia una volta raccolti i rifiuti li manda alla CSA di Castelforte il cui impianto però, sempre secondo Rizzo, non sarebbe idoneo al trattamento per il successivo conferimento i discarica.

Gli avvocati della CSA di Castelforte hanno già anticipato azioni legali nei confronti di Rizzo. Ben venga questa iniziativa che può servire a far chiarezza sul solito pasticcio compiuto dalla regione Lazio in epoca Zingarettiana.


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