Il soffio del vento: Beneficio

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Un beneficio perde la sua grazia se gli si fa troppa pubblicità: chi vuole che sia ricordato, deve dimenticarlo per primo.

Pierre Corneille

La frase, riportata in esergo, del drammaturgo e scrittore francese, Pierre Corneille, è adatta a introdurre considerazioni e riflessioni sul termine beneficio e soprattutto sul significato etico che si intende attribuire a questa parola, non escludendo altre accezioni sul piano storico e giuridico, economico e sociale.

         Il beneficio è considerato un’azione di bene, liberamente elargito, per soccorrere il prossimo con aiuti morali o materiali. La locuzione a beneficio significa a vantaggio, a favore di una persona che si trova in difficoltà, che ha bisogno di sollievo. Ogni giorno si possono fare e ricevere, concedere e ricambiare benefici ed essere grati a qualcuno per i beni ricevuti. Il pensatore e letterato Niccolò Machiavelli affermava: «i benefici si debbono fare a poco a poco, acciò si assaporino meglio».

Del beneficio si sono interessati nel corso della storia dell’umanità filosofi, letterati, antropologi, sociologi, giuristi, medici, uomini di fede che hanno messo in risalto il valore e la varietà semantica di questo termine. Basti pensare che nel mondo feudale il beneficio era la condizione in godimento di una terra e di alcuni privilegi, dal signore al vassallo, in cambio dell’omaggio e della prestazione di determinati servizi.

Nel variegato spettro di significati, è necessario tener presente il monito del cardinale Gianfranco Ravasi che ci ricorda che «la riconoscenza per il bene ricevuto è un fiore raro: appena si è avuto il beneficio, si cerca di cancellarlo dalle pagine della vita». É importante ricordarsi sempre del bene ricevuto e non dimenticare anche l’esortazione dell’evangelista Matteo (6,2) che dice: «quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini». Così come è rilevante tenere a mente la frase del filosofo latino Seneca che scriveva: «è ingrato chi nega il beneficio ricevuto; ingrato chi lo dissimula; più ingrato chi non lo restituisce; il più ingrato di tutti chi lo dimentica». Da aggiungere che un beneficio rinfacciato vale quanto un’offesa.

 

 

 

 

 

 

 

 


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