“Il sol dell’avvenire” è un film splendido che conquista, diverte e sorprende emozionando

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Titolo: Il sol dell’avvenire

Genere: commedia

Durata: 90 min

Regia: Nanni Moretti

Sceneggiatura: Francesca Marciano, Nanni Moretti, Federica Pontremoli, Valia Santella

Musiche: Franco Piersanti

Produzione Paese. Italia, 2023

Cast: Nanni Moretti, Marìgherita Buy, Silvio Orlando, Barbora Bobulova, Valentina Romani, Flavio Furno, Mathieu Amalric, Zsolt Anger, Jerzy Stuhr, Teco Celio, Beniamino Marcone, Giuseppe Scoditti, Valerio Da Silva, Angelo Galdi, Arianna Pozzoli, Rosaario Lisma, Francesco Brandi, Laura Nardi, Elena Lietti, Francesco Rossini, Blu Yoshimi, Sun Hee You, […]

Il sol dell’avvenire, un film diretto da Nanni Moretti, tratta la storia del regista Giovanni (Nanni Moretti) alle prese con un film ambientato nel 1956, quando le truppe sovietiche occuparono con i carri armati la città di Budapest per sedare l’incipiente insurrezione ungherese. E, in questa storia, l’incerto Ennio (Silvio Orlando), segretario della sezione del PCI del quartiere romano Quarticciolo, non dovrebbe aspettare a riguardo una decisione dettata dall’alto, ma dovrebbe manifestare subito, su questa occupazione dispotica, grande e incisivo disaccordo e riprovazione, come gli detta la sua amorosa Vera (Barbora Bobulova). Il prosieguo del film, che è prodotto da Paola (Margherita Buy), la moglie di Giovanni, si realizza anche nell’incertezza dello stesso Giovanni che ancora non ha deciso quale sarà la fine, e a cui si aggiunge anche l’opinione dell’amico francese  Pierrre (Mathieu Amalric), che asserisce:  Il tuo film è un film sovversivo. Questo però non turba per niente Giovanni, che addirittura strappa il manifesto dalla parete della sezione del partito che ritrae la foto del sanguinario dittatore Stalin che causò la morte di decine di milioni di persone. Giovanni, nel frattempo, perché non vuole fare un film ogni cinque anni, è alle prese con un’altra sceneggiatura, il cui soggetto è tratto dal romanzo Il nuotatore (1964) di  John Cheever, il cui personaggio, in una pigra giornata estiva, decide di attraversare la contea a nuoto da piscina in piscina, e rivela di voler girare ancora un altro film – tanti progetti in gestazione – sulla storia di una coppia con tante belle canzoni. Canzoni che non mancano neppure in questo film, canzoni di Battiato, di De Andrè, di Aretha Franklin che canta i Blues Brothers, e anche la canzone Sono solo parole di Noemi, che Giovanni canta in maniera stonata con la moglie: Avere l’impressione di restare sempre al punto di partenza/ e chiudere la porta per lasciare il mondo/fuori dalla stanza./ Considerare che sei la ragione per cui io vivo./ Questo è o non è amore?/ Cercare un equilibrio che svanisce ogni volta che parliamo/ e fingersi felici di una vita che non è come vogliamo … .Una canzone che, in effetti, cela il desiderio di Paola di lasciare il marito tant’è che, a sua insaputa, si reca dallo psicanalista (Teco Celio) al fine di farsi aiutare nel prendere la decisione definitiva. Non parole, ma fatti dunque, e anche incertezza e incomunicabilità per assenza di empatia conseguente all’inibizione e alla distrazione prodotta dalla modernità tecnologica che impedisce a mettersi nei panni dell’altro. È ciò che emerge da Il sol dell’avvenire con i suoi silenzi e i suoi dialoghi, a volte banali a volte profondi, con le sue sorprendenti stravaganze geniali, con le sue canzoni e le sue coreografie e la sua ironia. Tutto questo fa parte delle diverse storie di un numero imprecisato di  film che vengono raccontate contemporaneamente in un’unica pellicola che conquista, diverte e sorprende e che trasferisce, discutendo sul presente con il ricordo del passato e proiettandosi in un avvenire luminoso, un senso di brio e di ottimismo allo spettatore. Molti sono, infatti, i temi trattati che, come i pezzi staccati di un puzzle, alla fine si incastrano ordinatamente e in perfetto equilibrio costituendo un quadro di autore, un’opera d’arte. Il riferimento al tentativo di invasione dell’Ucraina da parte della Russia con la conseguente guerra in atto è il tema politico, da cui si parte e da cui si sviluppano anche quello dell’amore che non pone limiti all’età, quello della crisi coniugale che è diventato un fenomeno di costume, e quello della violenza. Ma, nel contesto, c’è anche il tema sostanziale riferito al cinema e alla libertà che la settima arte non deve assolutamente smarrire. La perdita di questo valore fondamentale, infatti, si ha quando ci si affida alle piattaforme televisive che finanziano e scelgono le opere cinematografiche sulla base non della loro “anima”, ma in base al ritorno economico che ne ottengono: il riferimento a Netflix, i cui rappresentanti si vantano che i loro film vengono visti in 190 paesi (sic) e che non apprezzano la sceneggiatura di Giovanni, è abbastanza palese e respingente. E poi c’è la genuinità trasparente e naturale di Nanni Moretti che, avvalendosi di un gruppo valido di attori talentuosi (Buy, Orlando, Bobulova, Romani, Mathieu Amalric, Jerzy Stuhr, Teco Celio, ecc.), dà un messaggio positivo, in questo periodo della storia caratterizzato dal disorientamento, dalla solitudine e dalla scomparsa del vivere insieme e dell’incontro: soltanto con la collaborazione, la cultura, senza steccati ideologici e con la voglia di fare e l’unità di intenti di tutti, che marciano in armonia e in sintonia e con gioia, si può ottenere in futuro un mondo migliore.

Il sol dell’avvenire è in concorso al Festival di Cannes 2023 assieme ad altri due titoli italiani La Chimera di Alice Rohrwacher e Rapito di Marco Bellocchio.

Filmografia

Io sono un autarchico (1976), Ecce bombo (1978), Sogni d’oro (1981), Bianca (1984), La messa è finita (1985), Palombella rossa (1989), Caro diario (1993), Aprile (1998), La stanza del figlio (2001), Il caimano (2006), Habemus papam (2011), Mia madre (2015), Tre piani (2019).

Francesco Giuliano


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Giuliano Francesco, siciliano d’origine ma latinense d’adozione, ha una laurea magistrale in Chimica conseguita all’Università di Catania dopo la maturità classica presso il Liceo Gorgia di Lentini. Già docente di Chimica e Tecnologie Chimiche negli istituti statali, Supervisore di tirocinio e docente a contratto di Didattica della chimica presso la SSIS dell’Università RomaTre, cogliendo i “difetti” della scuola italiana, si fa fautore della Terza cultura, movimento internazionale che tende ad unificare la cultura umanistica con quella scientifica. È autore di diversi romanzi: I sassi di Kasmenai (Ed. Il foglio,2008), Come fumo nell’aria (Prospettiva ed.,2010), Il cercatore di tramonti (Ed. Il foglio,2011), L’intrepido alchimista (romanzo storico - Sensoinverso ed.,2014), Sulle ali dell’immaginazione (NarrativAracne, 2016, per il quale ottiene il Premio Internazionale Magna Grecia 2017), La ricerca (NarrativAracne – ContempoRagni,2018), Sul sentiero dell’origano selvatico (NarrativAracne – Ragno Riflesso, 2020). È anche autore di libri di poesie: M’accorsi d’amarti (2014), Quando bellezza m’appare (2015), Ragione e Sentimento (2016), Voglio lasciare traccia (2017), Tra albori e crepuscoli (2018), Parlar vorrei con te (2019), Migra il pensiero mio (2020), selezionati ed editi tutti dalla Libreria Editrice Urso. Pubblica recensioni di film e articoli scientifici in riviste cartacee CnS-La Chimica nella Scuola (SCI), in la Chimica e l’Industria (SCI) e in Scienze e Ricerche (A. I. L.). Membro del Comitato Scientifico del Primo Premio Nazionale di Editoria Universitaria, è anche componente della Giuria di Sala del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2018 e 2019/Giacarlo Dosi. Ha ricevuto il Premio Internazionale Magna Grecia 2017 (Letteratura scientifica) per il romanzo Sulle ali dell’immaginazione, Aracne – NarrativAracne (2016).