L’angolo delle curiosità artistiche

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Noi abbiamo il più grande patrimonio culturale del pianeta lasciatosi da tremila anni di storia, da generazioni che ci hanno donato monumenti e valori come creatività, generosità, ingegno,  amore per la vita, grandi capacità artistiche. (Piero Angela).

Il David di Michelangelo Buonarroti è ritenuta una delle sculture più famose del mondo. Nel 1873 questo capolavoro fu spostato da Piazza della Signoria alle Gallerie dell’Accademia. Per questo difficoltoso trasloco fu costruito un carro ammortizzato per tutelare le diciannove tonnellate di peso della scultura per il breve viaggio da piazza della Signoria al tempio protetto della Galleria. L’artista fiorentino, che sapeva dove mettere lo scalpello, davanti a un intero blocco di marmo, seppe estrarne una figura perfetta.

Il grande Polittico Stefaneschi (una tempera su tavola) della Pinacoteca Vaticana è per alcuni tra le opere meno conosciute di Giotto che risalgono agli anni romani della maturità spesso tacciati di “arcani goticismi”. L’artista fiorentino fu in pittura un testimone molto importante del pensiero tardomedievale. Ai lati della figura di Cristo in trono sono raffigurate le scene del martirio di Pietro e di Paolo. Nel retro c’è una immagine del papa Celestino V, inginocchiato davanti alla grande figura di san Pietro in Cattedra.

Il pittore di Urbino Federico Barocci ha dipinto la tela L’Annunciazione della Vergine realizzata tra il 1582 e il 1584 per la Cappella di Duchi di Urbino nella Basilica della Santa Casa. Quest’opera, sottratta al Santuario dalle truppe napoleoniche nel 1797, e poi riportata in Italia, è oggi custodita nei Musei Vaticani.

Le città che hanno influenzato sulla formazione umana e pittorica dell’artista Umberto Boccioni (Reggio Calabria 1882 – Verona 1916), prima dell’esperienza totalizzante del Futurismo, sono state Roma, Venezia e Milano. Il soggiorno romano è stato contraddistinto dagli insegnamenti di Giacomo Balla che lo introdusse alla tecnica divisionista. In seguito approdò a Venezia in coincidenza della Biennale del 1907 e infine arrivò nella vorticosa Milano, dove realizzò gran parte delle sue opere.

Sulle opere di Antoni Gaudì, l’architetto spagnolo più popolare e amato del Novecento dalla personalità complessa e contradditoria, fu imposto il silenzio da parte del regime franchista. I suoi capolavori, a partire dalla Sagrada Familia, sono stati oggetto di analisi meticolose. Gaudì morì nel 1926, lasciando incompiuto questa opera (Sagrada Familia) che è un esuberante tempio ricco di simbolismo religioso. Fu definito da Le Corbusier come il «plasmatore della pietra, del laterizio e del ferro»

Nella storia dell’arte grande importanza ha sempre avuto la ritrattistica con le sue implicazioni storico-culturali, memoriali, collezionistiche, antropologiche ed estetiche. Nell’epoca rinascimentale sono nate raccolte di ritratti di uomini illustri e sono comparsi anche numerosi autoritratti. Successivamente in epoca postunitaria la ritrattistica, come filone artistico, ha ricevuto un nuovo impulso.

Le rovine storico-artistiche sono sempre un deposito di memoria attiva; recano impresse le intenzioni, le passioni e le abilità dei costruttori nelle varie epoche.  Lo studio delle rovine ci porta a raggiungere civiltà che, sebbene scomparse, persistono in quei monumenti corrosi, sfigurati dalle intemperie e costituiscono importanti e significative testimonianze del passato. I ciclopici monumenti egizi, infatti, continuano a cantare la gloria dei personaggi, che ambivano a varcare i confini dell’eternità, e costituiscono ancora oggi importante terreno di studi e di ricerca per gli archeologi.

 

 

 

 

 

 

 

 


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