“Le sorelle Macaluso”, una descrizione attraverso un linguaggio sui generis della Sicilia e della sua immutabilità

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Titolo: Le sorelle Macaluso

Regia: Emma Dante

Soggetto: Emma Dante, da una sua pièce teatrale (2014)

Sceneggiatura: Emma Dante, Elena Stancanelli, Giorgio Vasta

Produzione Paese: Italia 2020

Cast: Viola Pusatieri, Eleonora De Luca, Simona Malato, Susanna Piraino, Serena Barone, Maria Rosaria Alati, Anita Pomario, Donatella Finocchiaro, Ileana Rigano, Alissa maria Orlando, Laura Giordani, Rosalba Bologna, […]

Le cinque sorelle Macaluso – Maria (Eleonora De Luca, Simona Malato), Pinuccia (Anita Romano, Antonella Finocchiaro, Ileana Rigano), Lia (Susanna Piraino, Serena Barone, Maria Rosati Alati), Katia (Alissa Maria Orlando, Laura Giordani, Rosalba Bologna) e Antonella (Viola Pusatieri) -, vivono nella stessa casa, senza i genitori, nella periferia di Palermo. Tirano a campare grazie al commercio dei colombi che allevano nel piano superiore della loro abitazione. E si accontentano di piccole cose e di contenuti svaghi come quello di recarsi al mare di Mondello per farsi il bagno o per incontrarsi con le amiche. In uno di questi avviene l’imprevedibile che sconvolge per sempre l’equilibrio affettivo che le univa in modo armonico e spontaneo. Ognuna si modellerà una propria personalità in quell’ambiente casalingo inalterabile, immutabile, dove tutto rimane fissato nel tempo da quei ricordi richiamati da tutti gli oggetti che l’arredano, anche dai piatti che vanno in frantumi. In ognuna delle sorelle che sono vissute e cresciute insieme si realizza una passionale solitudine da caratteri diversi che si fondono e si distinguono contemporaneamente. Si crea tra loro un accostamento ossimorico che permane nel tempo e nello spazio.

Un linguaggio sui generis e metaforico è quello della regista palermitana Emma Dante in questo film Le sorelle Macaluso, tutto al femminile, che esprime nelle diverse scene la sicilianità, quella vera, quella rampante, quella sincera, quella che erutta umanità ad ampio spettro, quella che si è consolidata nel tempo rimanendo indelebile, quella che anche se si vuole modificare lascia delle tracce che non scompaiono come i segni sulle pareti dei quadri che vengono tolti. Un linguaggio in ampia libertà dove le immagini, i volti, i colori, gli odori, i sapori, le cose prendono il posto di quello verbale in modo naturale e spontaneo, che è abbastanza contenuto ma altamente espressivo: più che le parole sono i corpi, i volti, le azioni a fiatare, ad esprimersi con un lessico universale che è quello gestuale, che non ha bisogno di traduttori perché è ancestrale, primitivo, umano, e, quindi, comprensibile a tutti. Un linguaggio che, essendo altamente intenso, coinvolge lo spettatore, lo stimola, lo emoziona, lo fa riflettere, lasciandolo in continua attesa. Un linguaggio basato sul non detto, sull’intuito, sull’espressione del viso, sulle abitudini, sui sentimenti reconditi, dunque. Un linguaggio che esprime la lotta inconscia perché si conservi una società immutabile e refrattaria a qualunque variazione, dove la famiglia toglie all’individuo quella libertà che, al contrario, è manifestata in modo chiaro dagli stormi di colombi che si librano senza vincoli nell’aria. Quanta sicilianità c’è in tutto questo! Quella sicilianità che lo scrittore Leonardo Sciascia definiva: La sostanza di quella nozione della Sicilia che è insieme luogo comune, idea corrente, e motivo di univoca e profonda ispirazione nella letteratura e nell’arte. Quella sicilianità che lo scrittore Gesualdo Bufalino indicava come una irripetibile ambiguità psicologica e morale, o come una mescolanza di lutto e luce, in una terra che il poeta latino Lucrezio, nel De rerum natura, definiva opulenta d’invidiati beni e ricca di nobili spiriti.

Le sorelle Macaluso è un film che esprime metaforicamente lo status quo della Sicilia, da cui deriva anche quello dell’Italia, che pur adeguandosi in senso tecnologico all’evolversi del tempo si ripiega su se stessa rimanendo vincolata socialmente ad un passato che non le lascia il respiro.

Il film è stato presentato in anteprima il 9 settembre 2020 alla 77^ Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, in concorso per il Leone d’Oro, dove ha ricevuto il premio Pasinetti (SNGCI) e il premio Pasinetti per la miglior interpretazione femminile all’intero cast.

Filmografia

Via Castellana Bandiera (2013).

Francesco Giuliano


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Giuliano Francesco, siciliano d’origine ma latinense d’adozione, ha una laurea magistrale in Chimica conseguita all’Università di Catania dopo la maturità classica presso il Liceo Gorgia di Lentini. Già docente di Chimica e Tecnologie Chimiche negli istituti statali, Supervisore di tirocinio e docente a contratto di Didattica della chimica presso la SSIS dell’Università RomaTre, cogliendo i “difetti” della scuola italiana, si fa fautore della Terza cultura, movimento internazionale che tende ad unificare la cultura umanistica con quella scientifica. È autore di diversi romanzi: I sassi di Kasmenai (Ed. Il foglio,2008), Come fumo nell’aria (Prospettiva ed.,2010), Il cercatore di tramonti (Ed. Il foglio,2011), L’intrepido alchimista (romanzo storico - Sensoinverso ed.,2014), Sulle ali dell’immaginazione (NarrativAracne, 2016, per il quale ottiene il Premio Internazionale Magna Grecia 2017), La ricerca (NarrativAracne – ContempoRagni,2018), Sul sentiero dell’origano selvatico (NarrativAracne – Ragno Riflesso, 2020). È anche autore di libri di poesie: M’accorsi d’amarti (2014), Quando bellezza m’appare (2015), Ragione e Sentimento (2016), Voglio lasciare traccia (2017), Tra albori e crepuscoli (2018), Parlar vorrei con te (2019), Migra il pensiero mio (2020), selezionati ed editi tutti dalla Libreria Editrice Urso. Pubblica recensioni di film e articoli scientifici in riviste cartacee CnS-La Chimica nella Scuola (SCI), in la Chimica e l’Industria (SCI) e in Scienze e Ricerche (A. I. L.). Membro del Comitato Scientifico del Primo Premio Nazionale di Editoria Universitaria, è anche componente della Giuria di Sala del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2018 e 2019/Giacarlo Dosi. Ha ricevuto il Premio Internazionale Magna Grecia 2017 (Letteratura scientifica) per il romanzo Sulle ali dell’immaginazione, Aracne – NarrativAracne (2016).