Nel basket di serie A2 è in testa Cantù con l’indelebile impronta del coach Meo Sacchetti.

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Cantù – nobile decaduta del basket italico – dopo aver vinto una miriade di scudetti tricolori e coppe internazionali ad ogni livello è in testa al giorone verde della serie A2 con 22 punti (11 vittorie, 1 sconfitta), al secondo posto la Vanoli Cremona di Demis Cavina, in ottava posizione la Benacquista Assicurazioni Latina guidata da coach Franco Gramenzi. Questa la situazione al terimine del girone di andata. Cantù gioca una buona ed efficace pallacanestro, anche domenica scorsa ha dimostrato il suo grande valore battendo la Ferraroni Cremona 90-55. Al centro dei successi dei brianzoli la storica figura di Meo Sacchetti, con in panca come assistant il big coach Fabrizio Frates, un tecnico tra i migliori in Italia. Meo, con la sua analisi obbiettiva e approfondita del gioco, riesce a raggiungere come sempre risultati eccellenti, anche in situazioni difficili. L’autorevole quotidiano “Il Foglio” ha dedicato un interessante servizio a Meo, che in uno sport complesso com il basket ha creato una vera e propria “scuola”, un marchio di fabbrica che vale tanto. Lo proponiamo con piacere ai nostri lettori
L’ARTICOLO DEL FOGLIO
Sacchetti è uomo dalle cento vite ma da un credo solo: la sua pallacanestro deve essere soprattutto piacevole. Per chi la gioca, per chi la guarda e per chi la allena. “È logico che si gioca per vincere, ma per per me è importante fare un gioco che ti può piacere. Ho sempre visto il basket come una specie di atletica con il pallone e mi piace vedere questa cosa nelle mie squadre. Mi piace vedere giocatori pensanti che non restino imbrigliati negli schemi, che decidano con la loro testa”. Il suo è un basket veloce, un basket in cui l’attacco viene prima della difesa, run & gun, corri e tira (“Più volte tiri, più punti fai”) in cui il playmaker ha la stessa importanza della benzina in una Formula 1. “È il ruolo più bello di tutti. Ho sempre sognato di fare il playmaker, d’altra parte sono cresciuto di fianco a Caglieris a Torino, un giocatore da cui imparavi solo a guardarlo. Sono loro ad avere in mano la squadra, a decidere”. Travis Diener e Gianmarco Pozzecco sono stati i migliori che ha allenato, gli uomini a cui affidava le chiavi della squadra.


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Paolo Iannuccelli è nato a Correggio, provincia di Reggio Emilia, il 2 ottobre 1953, risiede a Nettuno, dopo aver vissuto per oltre cinquant'anni a Latina. Attualmente si occupa di editoria, comunicazione e sport. Una parte fondamentale e importante della sua vita è dedicata allo sport, nelle vesti di atleta, allenatore, dirigente, giornalista, organizzatore, promoter, consulente, nella pallacanestro. In carriera ha vinto sette campionati da coach, sette da presidente. Ha svolto attività di volontariato in strutture ospitanti persone in difficoltà, cercando di aiutare sempre deboli e oppressi. É membro del Panathlon Club International, del Lions Club Terre Pontine e della Unione Nazionale Veterani dello Sport. Nel basket è stato allievo di Asa Nikolic, il più grande allenatore europeo di tutti i tempi. Nel giornalismo sportivo è stato seguito da Aldo Giordani, storico telecronista Rai, fondatore e direttore della rivista Superbasket. Attualmente è presidente della Associazione Basket Latina 1968. Ha collaborato con testate giornalistiche locali e nazionali, pubblicato libri tecnici di basket e di storia, costumi e tradizioni locali Ama profondamente Latina e Ponza, la patria del cuore.