Palloni gonfiati. Bernardo Silva e Mendy, tweet razzista per il politicamente corretto

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Il politicamente corretto ci seppellirà. Questo ci insegna il caso di Bernardo Silva e Mendy, compagni di squadra nel Manchester City, dove il primo è stato dichiarato colpevole di un tweet razzista dalla Federcalcio inglese.

Se vanno stigmatizzati gli insulti razzisti ai giocatori neri come è triste tendenza negli stadi l’ago della bussola rischia davvero di smarrirsi anche quando fioriscono gli sfottò, che non sono sarcastici ma hanno un chiaro contenuto goliardico e giammai lontanamente offensivo. Non è un caso che in Italia ormai si rispettano anche le pile, non più da dichiararsi esaurite ma esauste, perché il primo è un termine offensivo (per chi? per le batterie???!!!).

E, come la vita ci insegna, i casi esistono perché questi vanno analizzati caso per caso, così avviene che la Federcalcio inglese punisce il portoghese Bernardo Silva, stella del Manchester City, per aver scherzato sul colored Benjamin Mendy, suo compagno di squadra, paragonandolo a un cioccolatino, coguitos, scrivendoci sopra su un tweet ‘Indovina chi è?’. Un gioco tra compagni di squadra tant’è che Mendy, sorpreso dall’amico che aveva scovato una sua foto di quando era uno splendido putto, aveva risposto con ‘1-0 per te’. Così, la Federcalcio inglese invece di trovare i veri razzisti che si nascondono sulle tribune degli stadi ha sgranato gli occhi per la sorpresa di vedersi servire su un piatto d’argento un chiaro ‘colpevole’ e di comminare una sanzione esemplare, accontentando ‘chiunque altro era rimasto offeso da quel messaggio, pur apparendo chiaro che tra i due incorre amicizia e fosse uno scherzo’: ancora, se fosse stato un messaggio privato (?!) sarebbe passato inosservato (ma veramente?!), dato che era pubblico l’atteggiamento del giudice sportivo è stato da ciglio torquemadesco. Infatti, la sentenza ha disposto per Silva 58mila euro di multa, una giornata di squalifica più settimane di lavori socialmente utili. Certo, Mendy ha inoltrato anche una lettera alla Federazione per discolpare il compagno-amico, ma il censore è rimasto sordo. Ma che necessitasse di una tac lo sospettavamo già dal verdetto…


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