Nei giorni scorsi il Cardinale, in una intervista sul Corriere della Sera , ripresa da Il Tempo del 4 u.s., ha affermato, tra l’altro, ” Non condivido l’immagine tutta negativa di Salvini che viene proposta in alcuni ambienti” ( ndr, ecclesiali ? )… ” Penso che abbia notevoli prospettive davanti a sé”… “Il dialogo con lui mi sembra pertanto doveroso.”
Lungi da me l’idea di entrare nel merito degli interventi pastorali del Cardinale Ruini ma consentitemi di non comprendere lo stupore di molti intervenuti sui social per tali dichiarazioni.
Infatti “Alle radici della sua visione politica vi era non solo un profondo e radicale anti-comunismo ma anche l’idea che la Chiesa abbia una sostanziale necessità della stampella del collateralismo” ( Romano Prodi: Missione Incompiuta. Pag. 12 Ed. Laterza) E non solo, anche la costruzione dell’Ulivo non gli piaceva molto.
Eppure il tentativo dell’Ulivo era quello di costruire “una coalizione dei riformisti, dei progressisti laici e cattolici uniti da un programma politico di sviluppo del Paese. Tutto nasce da un misto tra la mia formazione politica e la mia formazione religiosa”… ” Il punto fermo dell’Ulivo, forse la sua utopia, era la costruzione di un paese normale, moderno, in cui i cattolici esercitassero una funzione di lievito, divisi secondo le loro preferenze ed i laici operassero allo stesso modo” ( ibidem pag. 83 )
Non gli piaceva molto. ” Nella primavera del 2007 non c’è solo la Chiesa ad attaccare il Governo” ricorda Marco Damilano. ( ibidem pag 113 ).
Ed ancora: nel corso di un incontro con Kohl, ai tempi dell’Ulivo, che lamentava ” i complicati rapporti con un parte dell’episcopato tedesco” Prodi racconta ( nello stesso libro a pag. 93 ) che “Lo consolavo spiegando come fossero molto più complicati i miei rapporti con la Conferenza Episcopale Italiana “.
Il presidente di tale Conferenza era il Cardinale Camillo Ruini; perché stupirsi del suo attuale tentativo di dialogo?
Lelio Grassucci


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