Il sindaco Coletta e l’ex presidenta della Camera Boldrin nel giorno del’intitolazione del Parco Falcone e Borsellino

LATINA – L’ex presidente della Camera è stata ascoltata per il processo a carico di nove persone, accusate di aver pubblicato un fotomontaggio diffamante su di lei. L’ex carica dello Stato ha raccontato di come l’intitolazione del parco cittadino ai magistrati Giovanni Falcone paolo Borsellino sia diventato occasione di insulti e offese non soltanto durante la cerimonia ma anche su Facebook.

Questa mattina la politica è stata ascoltata dal giudice monocratico Elena Nadile come parte offesa nel processo per diffamazione via web e per aver ricevuto insulti indecorosi e lesivi della sua dignità attraverso un fotomontaggio.

“A Latina quel giorno c’era un clima ostile. C’era una galassia fascista composta da un migliaio di persone come hanno riportato gli organi di stampa che contestava la mia presenza. Nelle settimane successive appresi che sui social era apparso un fotomontaggio che raffigurava un piccolo balilla che urinava su una mia immagine della cui realizzazione è accusato uno degli imputati, mentre alle altre persone rinviate a giudizio vengono contestati i messaggi pesantemente diffamatori che ne seguivano. Proprio in quei giorni avevo deciso di dire basta ai pesanti insulti, annunciando pubblicamente che avrei denunciato gli autori. Una decisione presa non solo per difendere la mia dignità di donna ma anche perché lo ritengo un dovere, un atto di responsabilità verso le istituzioni, verso la terza carica dello Stato. Non era quindi un’immagine solo sessista, non era un messaggio solo dissacratorio, era un messaggio anche gravemente eversivo.”

In aula hanno deposto anche un investigatore della Polizia postale che ha ricostruito gli accertamenti per risalire ai presunti responsabili e due collaboratori della Boldrini. Alla fine il processo è stato rinviato al 23 febbraio e per quella data sarà chiamato a deporre il sindaco Coletta, testimone della Boldrini.


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