Incontro Renata Polverini stamane, prima di cominciare una nuova giornata alla Camera dei Deputati. Prendiamo un maritozzo con la panna diviso a metà ed i rispettivi caffè da Vitti, a Piazza San Lorenzo in Lucina. Oggetto della chiacchierata, naturalmente, la situazione politica.
Onorevole Polverini, in Forza Italia sembra stia crollando tutto. Maria Stella Gelmini ha dichiarato che FI sarebbe compatibile con Lega e Giorgia Meloni. E’ d’accordo?
Suppongo che la nostra Capogruppo faccia riferimento alle esperienze amministrative in giunte regionali o comunali dove la “compatibilità” si sperimenta e consolida su atti e provvedimenti che riguardano le Comunità locali e non questioni di rilevanza e portata nazionale sulle quali, francamente, vedo più incompatibilità che compatibilità.
Berlusconi pare abbia dato il suo assenso alla manifestazione di Salvini, a Roma. La vedremo in piazza?
Non andrò a quella manifestazione che credo avrà, come parole d’ordine, argomenti e temi sui quali, non da oggi, ho posizioni molti distanti e distinte dal partito di Salvini; dalla chiusura dei porti alla legge elettorale non vedo nessun motivo per alzare la stessa bandiera della Lega in piazza o in Parlamento.
Di cosa avete parlato a quella famosa cena da “Gina”, ai Parioli, organizzata da Mara Carfagna? La Vice Presidente della Camera studia da leader?
Preferirei che, sulle “leadership”, a rispondere fossero le persone interessate. La cena è stata demonizzata ed ostracizzata oltre qualsiasi aspettativa ed è singolare come in un partito che non ha trovato il tempo ed il modo di riunire quantomeno i gruppi parlamentari mentre, ad agosto, il palazzo bruciava, possa destare scandalo il fatto che alcuni parlamentari si incontrino seppur in una occasione conviviale.
Lei ha detto che quando sente Renzi le vengono in mente alcune parole d’ordine della vecchia Forza Italia: Italia Viva le pare interessante?
Mi sembra che Renzi su molti aspetti, penso per esempio alla necessità di abbassare le tasse, all’attenzione per il ceto medio fino alla collocazione dell’Italia nello scacchiere internazionale sostenga, magari con argomentazioni diverse, quanto noi dicevamo fino a quando non si siamo ritrovati di fatto fagocitati dal populismo e dal sovranismo dei nostri alleati.
Sua la proposta di legge sullo Ius Culturae, alla Camera. I partiti di maggioranza frenano, la presunta destra grida allo scandalo. Mi veniva alla mente un vecchio combattente della Rsi, Mirko Tremaglia, dal 2001 al 2006 Ministro per gli italiani nel mondo del Governo Berlusconi. Il “camerata” Tremaglia la sua legge l’avrebbe votata…
Oggi in prima pagina su Il Dubbio si scrive che se la Meloni fosse veramente “fascista” dovrebbe riconoscersi, a proposito di cittadinanza, in “faccetta nera sarai romana”.. Battute a parte non so cosa avrebbe fatto il compianto Mirko Tremaglia ma so che quando militavo nel sindacato abbiamo dato vita ad un sindacato di “emigrati ed immigrati” che ha capovolto lo stereotipo di una destra ostile agli immigrati e razzista. Anche per questo – e non solo per rendere giustizia a questi bambini di seconda generazione che parlano i nostri dialetti e giocano nelle nostre squadre facendoci vincere anche qualche trofeo – trovo assurdo negare la cittadinanza italiana sulla base di considerazioni che, se vai al fondo, sono semplicemente razziste.
Sul fine Vita la Consulta ha emesso la sua sentenza supplendo ad un Parlamento che non ha nè saputo nè voluto legiferare. Lei pensa si potrà tendere un aiuto alle tante storie di sofferenza che ci sono nel Paese?
Penso che non si possano eludere temi come quello del fine vita che irrompono prepotentemente un po’ in tutte le famiglie italiane anche grazie al progresso della medicina. Io non parlo di dignità della morte perché non voglio offendere i malati che combattono per curarsi con uguale dignità di chi questa speranza non può coltivare; parlo di umanità e, soprattutto, di libertà che uno Stato necessariamente laico deve garantire rispettando tutte le sensibilità, comprese quelle dei medici che devono avere il diritto di poter “obiettare”. Il legislatore deve prendersi la responsabilità di trovare una sintesi e non può ripararsi dietro le toghe.
Forza Italia è ancora il suo partito?
Vede, Mattia Feltri, qualche giorno fa, ha scritto uno splendido articolo a commento della pretesa di Luigi Di Maio di imporre il vincolo di mandato ai parlamentari, concludendo che, dopo aver messo in piedi ben due governi che smentivano tutte le premesse e gli impegni con i quali il Movimento Cinque Stelle si era presentato agli elettori, dovesse essere proprio il Ministro degli Esteri a giustificarsi e non i suoi deputati e senatori. Penso che questo ragionamento valga per molti.
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