LATINA – Parte dalla provincia di Latina e arriva anche in Ciociaria – come riporta l’articolo pubblicato oggi su Il Messaggero a firma della collega Adelaide Pierucci – l’inchiesta aperta dalla Procura di Roma su quello che secondo gli inquirenti sarebbe un giro sospetto di  rifiuti speciali gestiti in violazione delle norme.

Il Pubblico Ministero Alberto Galanti ha infatti chiesto il rinvio a giudizio della dirigente Regionale Flaminia Tosini – già al centro di un’altra inchiesta eccellente –, di Antonio ed Enrico Giuliano –imprenditori titolari della Csa, Centro Servizi Ambientali di Castelforte – e, infine, del titolare di un laboratorio analisi di Frosinone, Felice Rea. Secondo la ricostruzione di piazzale Clodio i titolari della società Csa avrebbero classificato diversamente e smaltito rifiuti speciali per risparmiare sui costi, producendo solo nel 2016 ben 25.825 tonnellate di scarti di lavorazione. Il reato per il quale sono accusati è dunque quello di traffico illecito di rifiuti, ma non finisce qui.

Infatti all’imprenditore Felice Rea, in qualità di titolare del laboratorio di analisi Grasi di Frosinone, viene contestato di aver firmato due rapporti n cui avrebbe attestato come non pericolose le miscele uscenti dalla linea. Per questo motivo quest’ultimo è accusato del reato di falso ideologico commesso da un privato. In un caso – conclude la procura di Roma – il rapporto di prova redatto dal laboratorio sarebbe stato elaborato in precedenza all’ingresso di uno dei rifiuti preso in esame nell’azienda Csa; nell’altro, invece, agli imprenditori Giuliano e alla dirigente pubblica Tosini viene contestato di aver permesso “la miscelazione in deroga e il recupero di rifiuti solidi urbani e rifiuti pericolosi e non pericolosi effettuando a gestioni di tali rifiuti in modo non conforme alla normativa vigente sulla base di autorizzazioni amministrative illegittime”.

Ora il tribunale di Roma dovrà pronunciarsi nuovamente sulla richiesta di sequestro della Csa, traendo le proprie conclusioni.


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