Roboetica. Persone, macchine e salute

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Scienza e religione non sono in contrasto, ma hanno bisogno una dell’altra  per completarsi nella mente di un uomo che pensa seriamente.             Max Planck

Si è da qualche giorno concluso il Convegno, organizzato a Roma presso la Città del Vaticano, nell’ambito dell’Assemblea Plenaria della Pontificia Accademia per la Vita, sul tema di grande attualità: Roboetica. Persone, Macchine e salute che ha posto al centro della riflessione la difesa e la promozione della vita della persona umana con tutti i suoi problemi.

Il presidente dell’Accademia, Mons Vincenzo Paglia ha messo in risalto, nel saluto iniziale ai partecipanti del summit, provenienti da ogni parte del mondo, che oggi la vita di ogni essere umano, nel mondo globalizzato e digitalizzato, si sviluppa in una fitta trama di relazioni sociali e di connessioni profondamente influenzate dagli enormi mutamenti avvenuti nel campo della scienza e delle nuove tecnologie.

Nel discorso tenuto ai partecipanti dell’assise, papa Francesco ha sottolineato che «la tecnica caratteristica dell’essere umano non va compresa come una forza che gli è estranea e ostile, ma come un prodotto del suo ingegno attraverso cui provvede alle esigenze del vivere per sé e per gli altri».

L’uomo, come sempre, è chiamato a prendersi cura in ogni circostanza di se stesso e degli altri con gli strumenti che lui stesso, nel corso della storia, è stato capace di inventare e costruire. Dinanzi alle nuove frontiere scientifiche e tecnologiche, alle quali oggi l’uomo si trova, è necessario e urgente che siano avviate profonde riflessioni di natura antropologica, filosofica, psicologica, sociologica e teologica per trovare risposte adeguate agli inquietanti interrogativi che sorgono e alle sfide poste dagli studi della genetica, dell’ambiente digitale, dello sviluppo delle biotecnologie, dell’intelligenza artificiale (IA) e delle scienze cognitive.

Scrive a tal proposito papa Francesco: «proprio quando l’umanità possiede le capacità scientifiche e tecniche per ottenere un benessere equamente diffuso, secondo la consegna di Dio, osserviamo invece un inasprimento dei conflitti e una crescita delle diseguaglianze. Il mito illuminista del progresso declina e l’accumularsi delle potenzialità che la scienza e la tecnica ci hanno fornito non sempre ottiene i risultati sperati».

Nuovi problemi, inerenti l’organizzazione del lavoro e dell’economia, la disparità sempre crescente tra ricchi e poveri, le diseguaglianze tra nord e sud del pianeta e tra le diverse fasce della popolazione, gli effetti di selezione ed esclusione sociale, con le varie forme di emarginazione e di solitudine umana, si affacciano all’orizzonte delle nuove generazioni di oggi e di quelle future.

Gli esperti di diversa formazione e provenienti da località più varie del mondo, insieme ai super-tecnici invitati, hanno fornito informazioni, posto interrogativi, presentato teorie e  risultati delle loro ricerche, prospettato soluzioni e riflessioni per il prossimo avvenire. La tecnologia informatica, i sistemi di intelligenza artificiale, che hanno un’importanza paragonabile a quella dell’elettricità o del fuoco, e la robotica costituiscono lo scenario di fronte al quale l’uomo, oggi, si trova. Basti pensare che ormai algoritmi di intelligenza artificiale e robot autonomi abitano le nostre case, i luoghi di lavoro, le camere operatorie, il nostro tempo libero. La tecnologia, con i suoi strumenti sempre più pervasivi, sta assumendo forme fino a qualche decennio fa impensabili; e dinanzi a questo panorama il prof. Paolo Benanti, che si occupa di etica, bioetica ed etica delle tecnologie, ha scritto: «non possiamo delegare valori fondamentali a macchine senza neanche sapere fino in fondo quello che fanno e perché lo fanno. Voler capire e pretendere che l’etica sia al centro di questo processo: ecco cos’è la roboetica».

Scienziati, antropologi, filosofi della mente, psicologi, teologi si pongono domande sulle potenzialità o minacce del mondo della robotica, cercano di comprendere quali aspetti positivi dei robot possono sostenere l’azione umana, quali aspetti negativi o punti deboli possono derivare dalla presenza, sempre più massiccia dei robot nella quotidiana vita degli esseri umani sia per quanto riguarda i rapporti interpersonali, sia per quanto concerne l’umana aspirazione alla  felicità.

La scienza e la robotica con i loro apporti tecnologici innovativi certamente possono, mettendosi al servizio dell’umanità, migliorare, in ogni fase della vita, l’esperienza e il benessere psico-fisico dell’uomo anche se malato, anziano, disabile, inoltre possono però recare incertezze e ambivalenze, paure e preoccupazioni nelle aspettative per il futuro. Nella nostra società digitalizzata e robotizzata diverse e complesse sono le implicazioni socio-antropologiche per la presenza delle macchine intelligenti e pensanti costruite dall’uomo.

Le innovazioni tecnologiche e i progressi tecnici possono recare,  infatti, benefici riguardanti la salute, il cambiamento climatico, la maggiore sicurezza, la protezione dell’ambiente, ma possono ridurre i contatti sociali, causare totale dipendenza dalle tecnologie, perdite di lavoro e necessità di riqualificarsi continuamente, accesso non equo alle tecnologie stesse e quindi disuguaglianze sempre più marcate. Occorre capire in che modo i progressi della robotica e dell’intelligenza artificiale possano contribuire al bene comune, al rispetto della dignità della persona, a rafforzare i diritti umani, a garantire giustizia e a perseguire obiettivi di inclusività di ogni essere umano nella società.

Gli esseri umani, pur essendo attori e inventori delle macchine, sono consapevoli che queste invenzioni creative non potranno mai sostituire completamente l’uomo nei sentimenti, emozioni, empatie, volontà, buon senso, coscienza morale e soprattutto senso di responsabilità nei processi deliberativi e infine nella capacità di scelta libera di ciò che è bene e ciò che è male nel vivere quotidiano?

È importante ascoltare l’appello lanciato dagli studiosi di realizzare una nuova alleanza tra “Umanesimo e Tecnica, perché con l’informatica, con la rivoluzione digitale, la robotica, le biotecnologie e le nanotecnologie, per dirla con le parole dell’enciclica Laudato sì (102), «L’umanità è entrata in una nuova era in cui la potenza della tecnologia  ci pone davanti a un bivio… È giusto rallegrarci per questi progressi ed entusiasmarsi di fronte alle ampie possibilità che ci aprono queste continue novità perché “la scienza e la tecnologia sono un prodotto meraviglioso della creatività umana che è un dono di Dio”».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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