La foto è tratta dalla mostra “Sabaudia Amarcord” di Daniela Carfagna

Ci ha lasciato il professor Salvatore.

L’annuncio si è esteso a macchia d’olio sui social, scuotendo e gettando nello sconforto Sabaudia, la città in cui viveva e insegnava da moltissimi anni e dove con il suo tratto gentile era riuscito a conquistarsi la simpatia e la stima di tutti.

Aveva 80 anni. Attraversati uno per uno con lo sport nel cuore.

La scuola media “Giulio Cesare” è stato il suo Istituto per interi decenni.

In quella palestra ha portato generazioni di ragazzi ad amare e praticare lo sport come strumento ineludibile di crescita complessiva, al di là del mero risultato agonistico.

Una vita interamente dedicata a sensibilizzare sull’azione benefica dello sport, è stato lui a dare l’input per la creazione della squadra di pallavolo a Sabaudia, quella che alcuni decenni fa riuscì a raggiungere persino gli onori della Serie A2.

Un uomo che ha dato tanto alla città di Sabaudia, spronando non solo i suoi studenti, ma anche persone ben più adulte a non abbandonare in un cassetto l’attività motoria.

E sui social già circola, a poche ore appena dalla sua scomparsa, la richiesta, di cui si fa portatore l’ex consigliere Marcello Pastore, di intitolare al prof. Mambro lo slargo che si apre all’ingresso del PalaVitaletti, attiguo all’edificio scolastico della Giulio Cesare. Il suo “regno”, tra le cui mura ha speso proficuamente la sua vita per il benessere psico-fisico della comunità.

Appena appresa la notizia il sindaco Giada Gervasi ha postato:

“A nome dell’Amministrazione comunale e della comunità tutta esprimo le più sentite condoglianze alla Famiglia Mambro per la scomparsa del caro Salvatore.

Stimato professore di educazione fisica, Salvatore Mambro è stato punto di riferimento per intere generazioni di studenti nonché tra i fondatori del volley a Sabaudia. A lui si deve la prima squadra della città. Il suo amore incondizionato per lo sport ha caratterizzato la sua intera esistenza ed è stato faro per i tanti atleti della nostra città, che hanno sempre trovato in lui la spinta a crescere e migliorarsi, anteponendo ad ogni risultato i valori del gioco di squadra, della condivisione e della sana competizione.

Per la comunità sportiva di Sabaudia e la cittadinanza tutta, la sua scomparsa rappresenta un dolore collettivo e un vuoto incolmabile”.

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