School classroom with blackboard

All’Istituto Comprensivo di via Trionfale a Roma hanno peccato d’ingenuità. E anche di scarsa conoscenza della giusta comunicazione. Hanno pensato infatti che scrivere di quella differenza sociale sul proprio sito, portasse più alunni e non che scatenasse una vera e propria bufera.

Una bufera su cui si è inserita anche la nuova Ministra che ha subito cinguettato su twitter (ormai va di moda e si bypassano gli uffici stampa che forse sono un po’ più cauti): «La scuola dovrebbe sempre operare per favorire l’inclusione. Descrivere e pubblicare la propria popolazione scolastica per censo non ha senso… ”

Tutti hanno gridato allo scandalo. Ma in maniera anche questa, ingenua. Avete mai sentito parlare di Invalsi e di Buona Scuola? Avete mai sentito parlare di ESCS (Economic, Social and Cultural Status)? Bene, se non ne avete mai sentito parlare, sappiate che con questo acronimo viene definito lo status sociale dello studente di ogni scuola italiana.

L’ ESCS si elabora sulla base delle informazioni ricavate da un questionario compilato dagli studenti o da schede compilate dalle segreterie. In queste schede viene valutata la condizione professionale dei genitori, il loro livello di istruzione, gli strumenti culturali in possesso della famiglia, vale a dire, il numero di libri a disposizione in casa, la possibilità di avere un luogo tranquillo in cui studiare, un computer da utilizzare per lo studio con il relativo software, etc, etc.

E ancora… i titoli di studio di padre e madre e i relativi lavori determinano la classe bassa, media o alta di appartenza dell’alunno. Un esempio? Se padre e madre hanno una licenza elementare e se il primo è disoccupato e lei è casalinga, l’ESCS li colloca irrimediabilmente e senza appello nella categoria bassa…che più bassa non c’è. I dati infatti elaborati da Cineca vengono poi riconsegnati alla scuola, con un calcolo matematico che sarà a disposizione degli insegnanti.

Quindi di cosa stiamo parlando?

La Buona Scuola su questa classificazione poi ci ha messo il suo carico, perchè ogni scuola a mò di azienda, usa questi dati, per fare marketing.

Provate ad andare sul portale “Scuole in chiaro” del Ministero dell’Istruzione, quello che permette di valutare e confrontare ogni singolo istituto scolastico italiano e potrete vedere che la presentazione è basata proprio su questi standard. Certo il buongusto poi vorrebbe che non vengano messi in prima pagina. Ma tant’è.

Noi lo abbiamo fatto. Siamo andati sul sito dell‘ITS “Vittorio Veneto Salvemini” di Latina e nel PTOF c’è scritto:

“Secondo i dati INVALSI la popolazione scolastica ha un indice ESCS (Status Socio Economico Culturale) mediano. Ciò si manifesta anche sui risultati osservati nelle prove nazionali dove gran parte degli alunni si assesta nella fascia media.

Il contributo di alunni stranieri di prima o seconda generazione alla popolazione scolastica rappresenta, alla luce dei risultati, un fattore di miglioramento, riscontrabile in maniera evidente dai dati ascritti ai livelli 3 e 4 (fascia Media e fascia Medio-alta) se paragonati alla corrispondente percentuale nella regione.

Il dato indica una direzione già intrapresa che vede nell’integrazione e nella formazione multiculturale uno dei principali punti di forza dell’istituto.

In questo senso va sottolineato il trend di iscrizioni positivo per cui la scuola è ormai prossima al raggiungimento dei numeri necessari per il conseguimento dell’autonomia”.

Sempre a Latina, sul sito dello scientifico “Ettore Maiorana” al punto 1.2 , sempre del Pof, troviamo l’ analisi del contesto e dei bisogni del territorio .

C’è scritto:

“La collocazione dell’Istituto nel centro cittadino favorisce la presenza nella scuola anche di studenti provenienti da comuni e province limitrofi. La popolazione scolastica della nostra scuola risulta, dalle rilevazioni statistiche, costituita da famiglie con status medio-alto, anche se nell’ultimo periodo, a seguito della crisi economica, ma soprattutto grazie a politiche di inclusione scolastica, l’utenza è maggiormente diversificata. Il contesto è mediamente positivo e permette alle famiglie di essere alquanto presenti e attente alla vita scolastica dei propri figli e di assicurare loro una buona partecipazione alle attività scolastiche deliberate dagli OO.CC. (visite di istruzione, progetti, stage,esperienze all’estero, attività culturali, sportive, lavorative ecc.). Nel contesto scolastico si registra anche un adeguato rapporto studenti-insegnanti e una limitata incidenza di studenti con cittadinanza non italiana e con disturbi psico-fisici”.

La stessa scuola valuta anche i vincoli, determinati dalla presenza di pendolari che, quotidianamente, affrontano problemi di trasporto e talvolta sono impossibilitati a partecipare a percorsi extracurricolari. E dalla presenza di alunni provenienti da ambienti socio-culturali estremamente eterogenei che, talvolta, faticano ad integrarsi e a socializzare. Elementi questi aggiunge la scuola che possono rappresentare opportunità e ulteriori disagi. Finanziamenti, compresi.

Chiaro quindi? Invalsi, Escs, Buona scuola e quant’altro danno informazioni che dovrebbero essere rigorosamente riservate e che in qualche modo creano, è vero, delle gabbie sociali. Ma sta all’intelligenza degli insegnanti, che dovrebbero usare quei dati solo per …aprirle quelle gabbie. E per creare quel famoso ascensore sociale , diventato in questo Paese ora una vera chimera.

Sembra di essere tornati indietro. Molto indietro. Sembra di essere tornati a Barbiana. A don Milani e alla sua famosa Lettera a una Professoressa.


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Giornalista, scrittrice e blogger, con parecchi anni di giornalismo alle spalle. Ho iniziato a Latina Oggi, giornale appena nato e poi al Messaggero. Quindi a Roma per più di 20 anni, negli uffici stampa dei Ministri dell'Economia e Finanze e dell'Istruzione, Università e Ricerca. Qui ho diretto la redazione scientifica di Researchitaly, portale della Ricerca Internazionale. Un'esperienza unica quella di Roma, che mi ha portato a vincere importanti premi di giornalismo, come cronista, come miglior addetto stampa nella Pubblica Amministrazione e come scrittrice. L' ultimo è il premio Camilla. Mi occupo di Pari opportunità praticamente da sempre. Ho scritto libri e realizzato interviste a donne e uomini importanti. Fiera di averne fatte tre alla professoressa Rita Levi Montalcini ( compresa l'ultima concessami prima di morire), e poi a Margherita Hack, Umberto Veronesi e tanti altri, scienziati, politici, ministri, etc. Ora eccomi qui, a occuparmi di nuovo della mia città.