Lo sport italiano è fermo, niente partite e allenamenti. Un fatto mai successo in passato. Ci si organizza come si può, mentre le grandi manifestazioni – a cominciare dalle Olimpiadi di Tokio – vengono rinviate  o annullate e il fut0uro presenta mille punti interrogativi. Dalla base di praticanti dei settori giovanili sino al mondo professionisti c’è tanta incertezza. Si cerca di mascherare il disappunto per con sedute individuali a casa, training in videoconferenza, allenamenti nel giardino, giochi di gruppo attraverso i social. Chi pratica danza, chi yoga, ginnastica in tutte le salse, rimanere in forma è importante e salutare. Un mondo tutto da scoprire, ben differente da quanto accadeva sino due mesi fa in ogni parte del pianeta.  I tifosi abituati ad andare allo stadio o nei palazzetti di vario tipo sono seduti in poltrona davanti a Sky o Rai Sport che trasmettono incontro di campionati iridati o trionfi di atleti italiani nella discipline più popolari. La gente apprezza ma fino a quando? Lo sport vale il 4% del pil nazionale, molti club spariranno, centinaia di addetti ai lavori sono senza stipendio, specialmente nel mondo dei dilettanti dove le tutele sono poche e bastava una stretta di mano per trovare l’accordo economico. Non ci sono soldi per il canone di locazione connesso alla gestione o all’utilizzo di impianti sportivi per i mesi da marzo ad agosto 2020. Oltre alla perdita  degli incassi del mese di marzo, sono a rischio le entrate future, fondamentali per garantire il pagamento dei costi di gestione anche dei mesi in cui le attività sono ferme.

Le misure previste nel decreto denominato “Cura Italia” a sostegno del mondo dello sport di base e dilettantistico vanno rafforzate per tutelare  i soggetti che operano sui territori. Va valutata attentamente la reale portata economica e finanziaria che il fermo delle attività sta determinando e determinerà per l’intero settore. Soni  stati bloccati solo i mutui stipulati con il Credito Sportivo, mentre quelli accesi con gli altri istituti bancari sono in essere.

Da qui la richiesta di un impegno straordinario per sostenere lo sport per tutti, formato da dirigenti, tecnici, giocatori, medici, fisioterapisti, procuratori. I giornali sportivi vendono poche copie in edicola non essendoci manifestazioni. Se lo sport di base fallirà, al termine dell’epidemia non vi sarà più alcun soggetto in grado di riaprire gli impianti sportivi pubblici a servizio di tutta la collettività e dei più deboli in particolare, in testa i diversamente abili. La regolare attività sportiva è vietata  per coloro che la praticano abitualmente. Ma è anche opportuno dare voce al mondo dello sport genuino, quello delle serie meno sotto i riflettori. Le ragazze della Virtus Basket Aprilia – impegnate in B femminile – con buone possibilità di accesso alla serie superiore hanno scritto al presidente della Fip, Gianni Petrucci, chiedendo la possibilità di portare a termine l’attività quando sarà possibile, dopo tanti sacrifici fatti. Attendono una risposta, sono in molti a voler stabilire date certe per eventuali recuperi di gare ma il Covid19 avanza in tutto il mondo. Lo sport cambierà, non sappiamo però verso quale direzione.

PAOLO IANNUCCELLI


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