TORINO. Il calcio italiano riparte con uno 0-0 che manda la Juventus in finale di Coppa Italia (la 19a della sua storia), grazie al gol in trasferta segnato quattro mesi fa a San Siro nell’1-1 della semifinale di andata con il Milan. Decide quindi il rigore trasformato a febbraio a Milano da Cristiano Ronaldo che questa sera, all’Allianz Stadium deserto per le porte chiuse, invece ha calciato sul palo dagli undici metri nel primo tempo, lasciando la qualificazione in bilico fino al termine di fronte ai tentativi sporadici dei rossoneri, in dieci dopo 17 minuti a causa di un’entrata sciagurata di Rebic. Al di là dell’errore dal dischetto, il portoghese non è sembrato in condizione ottimale. Più vivace Dybala, protagonista di una battaglia lunga 46 giorni contro il coronavirus. Sarri lo ha lasciato in campo fino al termine, la migliore dimostrazione della buona guarigione dell’argentino.

È stata una partita vera (soprattutto nel primo tempo) dopo un preambolo commovente. La prima gara ufficiale in Italia dopo tre mesi e tre giorni di stop, a causa della pandemia, inizia con un rituale che nessuno potrà mai dimenticare: i calciatori disposti intorno al cerchio di metà campo, commossi durante il minuto di silenzio, nel buio dell’Allianz Stadium deserto, con i raggi di luce solo per i rappresentanti degli eroi che hanno combattuto il virus, posizionati al centro del prato: un medico, un’infermiera e un’operatrice socio-sanitaria, immobili con il volto coperto dalle mascherine. Tra campo e panchine c’è chi guarda il cielo, chi prega, chi ha le lacrime agli occhi, chi non vorrebbe smettere di applaudire per la riconoscenza infinita.

Poi i protagonisti – i giocatori del Milan si erano scaldati con una maglietta antirazzismo simbolo della campagna nata dopo la brutale uccisione di George Floyd a Minneapolis – cercano di scrivere il copione di una normale partita di calcio. E le emozioni non mancano. Sarri schiera Ronaldo centravanti con Dybala e Douglas Costa ai suoi fianchi nel tridente. Pioli – privo degli squalificati Ibrahimovic, Castillejo e Theo Hernandez – risponde con Rebic, supportato da Paquetà, Calhanoglu e Bonaventura.

L’inizio è un monologo della Juventus. Sembra un lungo torello che, già dopo un quarto d’ora, potrebbe produrre il primo risultato concreto. Conti alza il gomito in area, modificando la traiettoria di un controllo di Ronaldo. Orsato viene richiamato al Var e fischia il rigore a favore della Juventus. Ma succede quello che si vede raramente: CR7 sbaglia dal dischetto concludendo sul palo interno. Donnarumma esulta, ma il Milan può festeggiare per una manciata di secondi perché Rebic rovina tutto con un’entrata da kung fu su Danilo. Espulsione diretta che inclina ulteriormente la strada verso la finale di Roma. Pioli sistema Bonaventura in una posizione da “falso nueve”. E paradossalmente il Milan diventa più pericoloso in dieci. Al 24’ si vede la prima azione offensiva dei rossoneri.

Poi riprendono le avanzate della Juventus. Dopo la mezzora Donnarummma respinge un tiro ravvicinato di Matuidi. Poco dopo si ripete con Ronaldo. Il divario tra le due squadre sembra notevole, anche dal punto di vista atletico. Bennacer perde molti palloni. La manovra del Milan ne risente. Ma il primo a uscire, all’inizio del secondo tempo, è Bonaventura che non gradisce particolarmente. Entra Leao, visto che dopo il rosso a Rebic il Milan non ha più un vero attaccante in campo. Sarri replica con tre sostituzioni in un colpo solo al 17’ del secondo tempo: Khedira, Rabiot e Bernardeschi al posto di Pjanic, Matuidi e Douglas Costa. I due nuovi centrocampisti si inseriscono in continuazione nel tentativo di aumentare il peso offensivo.

Kjaer, con un anticipo provvidenziale, toglie dalla testa di De Ligt il pallone del possibile vantaggio. Paquetà scalda la presa di Buffon, fino a quel momento quasi inoperoso, a parte le urla di incitamento con il suo vocione che rimbomba nel silenzio dello stadio. Inevitabilmente il ritmo cala, ma Pioli aspetta a ricorrere ad altri cambi, una decisione che è la spia più evidente delle limitate alternative a disposizione. Lo fa solo a nove minuti dal 90’ con Krunic e il 18enne attaccante della Primavera, Lorenzo Colombo, al posto di Kessie e Paquetà. Kjaer diventa protagonista dall’altra parte del campo sfiorando il gol con un colpo di testa su azione di calcio d’angolo. Sarri è il primo a sfruttare la novità del regolamento, andando oltre alle tre abituali sostituzioni con Cuadrado al posto di Danilo. Pioli arriva a quota cinque con Laxalt e Saelamaekers al posto di Calabria e Conti. Ma non cambia niente e finisce 0-0.

Prima del via, Paratici ha annunciato che sono partiti i discorsi per il rinnovo di Dybala, cercando di smorzare la portata delle dichiarazioni dell’argentino alla CNN: “Abbiamo accennato il discorso con l’entourage di Dybala, non siamo assolutamente preoccupati. Anzi, siamo assolutamente ottimisti e fiduciosi”. Il dirigente bianconero glissa senza smentire l’interesse per Zaniolo: “Questo non è il momento di parlare di mercato. CI godiamo la serata e la ripartenza di questo calcio italiano”. Approccio simile di Maldini al futuro della panchina rossonera: “Oggi si decide chi va in finale tra Milan e Juventus, non il futuro di Pioli”. Ci va la Juventus che adesso aspetta di sapere chi, tra Napoli e Inter, dovrà affrontare mercoledì prossimo a Roma.

( Fonte La Stampa )


News-24.it è una testata giornalistica indipendente che non riceve alcun finanziamento pubblico. Se ti piace il nostro lavoro e vuoi aiutarci nella nostra missione puoi offrici un caffè facendo una donazione, te ne saremo estremamente grati.



Articolo precedenteTerracina. La nota dell’Amministrazione Comunale sulla vicenda White Beach
Articolo successivoAnche Milan e Juve contro il razzismo